Carey, ci vuole una gran pista per una gran gara

Carey, ci vuole una gran pista per una gran gara© sutton-images.com
La tracciatura di diversi circuiti andrebbe rivista per consentire gran premi più avvincenti secondo il boss di Liberty Media
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Fabiano Polimeni

04.06.2018 17:13

E' sufficiente una Abu Dhabi qualsiasi, una Melbourne priva di imprevisti da avvio stagionale, una Monaco senza un botto che cambi il copione scritto al sabato e la Formula 1 si accorge di come, alcune piste, semplicemente rendano impossibile lo spettacolo di gare avvincenti. Beninteso non è solo questione di sorpassi, che pure realizzano gran parte dell'emozione trasmessa al pubblico. E' anche solo la possibilità di costruire l'attacco, che dev'essere giustamente un azzardo, un rischio, una conquista. Non manovra da Drs.

Cambierà l'aerodinamica delle monoposto 2019, l'ala anteriore sarà più semplice e l'intera monoposto risentirà della nuova configurazione. Si cerca di arginare una tendenza tecnica che, viceversa, andrà a peggiorare da qui al 2021, quando un set di norme tecniche e aerodinamiche completamente nuovo entrerà in vigore. Se, oggi, è difficilissimo per un pilota seguire da vicino un'altra macchina, lo scenario – secondo le valutazioni del gruppo tecnico di lavoro della FIA – era destinato a peggiorare in assenza dei correttivi che entreranno in vigore il prossimo anno.

Oltre alle monoposto, però, di fondamentale importanza è intervenire sulle tracciature. Più difficile in certi casi, Monaco uno di essi. Un'interessante ricerca resa pubblica lo scorso febbraio da Lucas Di Grassi – alla quale ha partecipato lo stesso pilota brasiliano – sottolineava la validità di progettare circuiti con curve a geometria variabile, in grado di offrire più alternative di traiettoria valide. Un esempio di scuola: curva 1 a Austin.

Da Manila, nelle Filippine, Chase Carey, intervenuto alla Conferenza FIA per lo Sport, ha commentato la necessità che alcuni gran premi adeguino le tracciature: «Ci sono una manciata di cose che per noi sono importanti. Anzitutto vogliamo assicurarci che siano piste idonee per correre grandi gare. Mentre noi ci occupiamo di “costruire” tutto quel che sta intorno, si parte dall'avere un circuito che offre una gran gara. Oggi, realisticamente, ci sono piste sulle quali probabilmente abbiamo bisogno di intervenire, che non sono funzionali a creare le gare migliori e più avvincenti. Ce ne sono altre che sono favolose e per cominciare vogliamo una pista che offra una gara favolosa».

L'editoriale: Un week end davvero mondiale

Miami sarà il prossimo gran premio in calendario, città che risponde appieno alla seconda richiesta di Carey nell'immaginare l'evento perfetto: «Vogliamo posti che catturino l'immaginazione globale. Corriamo in grandi città in tutto il mondo, usiamo il termine “città destinazioni” e siamo in posti che, osservati dai tifosi in tv, emozionano, pensano siano spettacolari e catturano l'immaginario collettivo. E se vi partecipano è ancor più speciale. Vogliamo queste città e paesi magici che intrigano e affascinano».


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