Formula 1 Silverstone, analisi: lo spettacolo è servito

Formula 1 Silverstone, analisi: lo spettacolo è servito© sutton-images.com 

Tanti episodi di gara, dall'incidente Raikkonen-Hamilton ai tanti bei duelli che hanno animato la competizione fino all'ultimo

Maurizio Voltini

08.07.2018 19:27

Silverstone ci ha offerto una gara emozionante e con molti episodi spettacolari. Gli 11 giri "liberi" successivi alla seconda safety car sono stati qualcosa da infarto sia per gli spettatori più grezzi sia per gli estimatori fini della guida, con quelle manovre tra Valtteri Bottas a difendere la prima posizione e Sebastian Vettel a insidiargliela, fino a soffiarla con un'entrata "di rapina" che non ha ammesso repliche. Una vittoria importante da tanti punti di vista: sia tecnico, sia morale, perché ottenuta in una fase particolare di campionato e su una pista "amica" della Mercedes (e non solo perché "di casa").

Vettel è stato esemplare dall'inizio alla fine: parte bene a differenza di Hamilton che fa pattinare troppo le gomme e così passa subito al comando. Poi cerca di gestire le gomme che sembrano preoccupare, ma anche la scelta strategica Ferrari di cambiare da medie a soft in occasione della prima safety car. A quel punto finisce alle spalle di Bottas, ma nonostante la strenua difesa del finlandese riesce a sfruttare al meglio gomme e monoposto concludendo vincitore e portando il suo vantaggio in classifica a 8 punti.

Detto dell'errore in partenza, la gara di Lewis Hamilton è stata compromessa ancor più da quanto accaduto un paio di curve più avanti: quando Kimi Raikkonen gli si affianca prima di curva 3, l'inglese stacca più tardi, ma cercando di stare il più all'interno possibile mette il finlandese in una situazione difficile, portandolo al bloccaggio. C'è contatto tra le ruote (posteriore destra di Hamilton e anteriore sinistra di Raikkonen) e testacoda di Lewis: non ci sono danni visibili, ma ripartirà dopo il gruppo, risalendo fino alla seconda posizione finale grazie sia al suo recupero sia alle due safety car.

Per questo incidente (che approfondiremo più avanti) Kimi Raikkonen si vede penalizzare di 10 secondi, ma prosegue imperterrito la sua gara nonostante la sospensione anteriore leggermente danneggiata (che gli fa perdere qualcosa in direzionalità) risalendo anche lui fino al podio, anche questo incoraggiante e ottenuto con bei sorpassi (specie quello su Bottas). Così come Vettel consolida la sua posizione al vertice della classifica mondiale, Kimi lo fa con il suo 3° davanti a Ricciardo.

Venendo alla Red Bull, si sapeva non sarebbe stata una gara facile per loro, ma sicuramente poteva andare anche meglio: Daniel Ricciardo non si arrende mai e riesce a finire vicino agli altri top driver, ma comunque 5°, mentre Max Verstappen autore di bei duelli (e stavolta senza trattenersi ma anche senza esagerazioni) è costretto a ritirarsi a pochi giri alla fine per un doppio inconveniente tecnico. Per problemi ai freni - aveva segnalato già a inizio gara noie al brake-by-wire, ma parevano risolte - finisce fuori pista (due volte) e poi non riesce a ripartire per altri guai al cambio. Oggi avrebbe meritato di più.

Tra gli inseguitori, l'incidente iniziale tra Raikkonen e Hamilton ha quasi conseguenze maggiori che non per i diretti protagonisti: in particolare le due Haas sono penalizzate, con Kevin Magnussen e Romain Grosjean che (peraltro appena dopo aver bisticciato tra di loro) perdono parecchio per evitare Hamilton in testacoda, precipitando 10° e 13°. Recupereranno, ma Grosjean si deve poi ritirare per un incidente con Sainz alla curva Copse (motivo della seconda safety car) mentre Magnussen perderà l'ottava posizione all'ultimo giro da Fernando Alonso (entrambi gli episodi investigati ma finiti senza penalizzazioni).

In tutte queste situazioni, chi ne approfitta alla perfezione è nuovamente Nico Hulkenberg, che in una situazione poco favorevole alla Renault porta a casa un preziosissimo 6° posto, che in classifica mondiale gli permette infatti di salire 7° (cioè primo "degli altri") con 42 punti contro i 40 di Alonso e i 39 di Magnussen. Bene anche Pierre Gasly, autore anche lui di un sorpasso negli ultimi chilometri di gara che gli aveva permesso di andare in zona punti ai danni di Sergio Perez. Ma avendolo fatto allargare nel sorpasso in curva 16, il francese viene penalizzato di 5 secondi e così scande da 10° a 13°.

Checo forse si può accontentare anche del fatto che non sia andata peggio in partenza, quando per evitare Hulkenberg finisce in testacoda, tagliando la strada in corsia di accelerazione ai tre che partivano dalla pitlane: un disastro sfiorato. Tra quei tre, anche Brendon Hartley al quale pare non debba andarne bene una, e non sempre per causa sua: stavolta, dopo il drammatico incidente nelle libere che ha distrutto la sua macchina per il cedimento della sospensione, hanno sostituito la scocca appena in tempo per prendere il via, ma per concludere subito dopo un giro con problemi. Sempre meglio della Williams che ha ammesso gravissimo problemi di tipo aerodinamico al retrotreno, scagionando almeno i due piloti.


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi