Prima visione su quel che sarà la Formula 1 2019, nei test di Budapest. Aria da ultimo giorno di scuola, ultimi due, poi sarà pausa estiva. All'Hungaroring la prima visione è sulla nuova ala anteriore semplificata voluta dalla FIA, che obbligherà i team a ripensare la configurazione aerodinamica della monoposto.
Ali più larghe, anzitutto: 2 metri a "copiare" la larghezza complessiva della macchina, dagli attuali 180 centimetri di sviluppo del piano principale completo di paratie verticali. E ali prive dei profili a sbalzo che sono oggetto continuo di sviluppo durante la stagione. Sviluppo costoso: per tempo richiesto e risorse.
L'obiettivo inseguito dalla FIA e dal gruppo di tecnici coordinati da Nicholas Tombazis è porre un argine a un effetto negativo destinato ad amplificarsi nella portata con lo sviluppo aerodinamico: quello della perdita di carico della monoposto quando corre in aria sporca e con l'ala anteriore investita da flussi non “puliti”.
Gli effetti a cascata passano dalla difficoltà di restare vicini alla monoposto che precede per tentare un attacco, all'incremento delle temperature delle gomme – dettato dallo scivolare della monoposto in virtù del minor carico -.
A Budapest, Force India e Williams hanno effettuato i primi test in pista con l'ala semplificata. Non solo mancano gli elementi a sbalzo interni ma cambia anche lo sviluppo dei flap e delle stesse paratie. L'effetto out-wash, per dirla in due parole, è il tema tecnico che la Federazione vuole limitare. Tradotto: ali meno efficienti nel guidare l'aria intorno alle ruote anteriori, flusso destinato a ricollegarsi nella zona delle pance e correre nella parte superiore del diffusore.
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