Formula 1 Monza, analisi qualifiche: tutti grandi, ma che Kimi!

Formula 1 Monza, analisi qualifiche: tutti grandi, ma che Kimi!© sutton-images.com

Fortunatamente la pioggia non ha disturbato la lotta per la pole, che ha visto miglioramenti in sequenza fino al giro record del finlandese

Maurizio Voltini

01.09.2018 17:30

Louis Carey Camilleri non poteva iniziare meglio con la sua presenza ai box Ferrari, che oggi di certo non potrà essere considerata “malaugurante” (per non dire di peggio) come capitato ad altri “comandanti” della Scuderia prima di lui, quando le cose non andavano così bene. La prima fila rossa poteva essere considerata quasi naturale date le premesse di Spa e le caratteristiche dell’attuale SF71H, ma in realtà in modo in cui tutto si è concretizzato è stato per nulla scontato ed anzi esaltante. 

Per cominciare, Lewis Hamilton è stato ancora una volta grandioso nella sua caccia alla pole position, e nel primo run in Q3 c’era anche riuscito. Il secondo assalto l’ha visto migliorare ulteriormente, ma stavolta la Ferrari è stata incontenibile: prima Sebastian Vettel l’ha superato per 14 millesimi, poi Kimi Raikkonen ha fatto ancora meglio relegando entrambi a oltre 16 centesimi. Il finlandese ha così conquistato una pole position che è molto significativa da svariati punti di vista: intanto perché ottenuta sulla pista di casa della Scuderia e dopo un periodo in cui non si può certo dire sia stato particolarmente fortunato. Poi è anche il record dell’autodromo nazionale, ma è pure la pole position F1 più veloce di tutti i tempi con la sua media di circa 263 km/h. 

Il pubblico di Monza ha sottolineato con un boato la storica prestazione di Kimi, dimostrando (senza nulla togliere a Seb) quanto sia ancora amato dai tifosi rossi e quanto tutto sommato questi riescano a riconoscere che non sia colpa sua (almeno non del tutto) se certi risultati non arrivano con maggior frequenza. Stavolta invece a pagare un paio di sbavature di troppo è stato Sebastian: il tedesco non è stato perfetto né alla prima variante né alla Roggia (dove in uscita ha messo due ruote nelle ghiaia), e nel corso delle prove è stato sempre “incerto” alla Parabolica (dove ha pure toccato le barriere). Vedremo in gara se, come del resto mostrato in altre occasioni, abbia trovato la giusta misura per non ripetere più queste imperfezioni di guida. 

In questa qualifica così tirata, passano comprensibilmente in secondo piano le prestazioni di Valtteri Bottas e Max Verstappen, sensibilmente attardati rispetto ai primi tre e mai in lotta reale per la prima fila. Peggio se la passa del resto Daniel Ricciardo, che per la penalità connessa alla sostituzione della power unit con l’ultima versione C di Renault (effettuata anche su Max, ma per lui era la terza e quindi ancora ammessa) partirà in fondo; non ha nemmeno affrontato le Q2, per poter così scegliere liberamente con quali gomme partire domani. In coda allo schieramento faranno compagnia all'australiano Nico Hulkenberg e Marcus Ericsson, per gli stessi motivi. 

Notevole anche se meno “esposta” la lotta tra gli inseguitori, tutti molto ravvicinati: ad un certo punto avevamo nove piloti in un solo decimo di secondo, alcuni staccati tra loro di 1 millesimo appena. Ed è proprio per 1 millesimo, per esempio, che Sergio Perez non è riuscito a passare le Q1 rispetto a Romain Grosjean. È proprio il francese, alla fine, a svettare tra tutti quelli che non fanno parte dei tre top team, riuscendo a precedere Carlos Sainz di un solo decimo. Ancor minore lo scarto tra lo spagnolo ed Esteban Ocon, 8° a soli 58 millesimi. 

Con Brendon Hartley incappato anche lui per poco nell’esclusione in Q1 (come del resto anche le Sauber) il vessillo della Toro Rosso è stato tenuto alto da Pierre Gasly con un ottimo 9° posto, dato che già essere in Q3 è un bel risultato per la squadra e il pilota francese. Lo stesso si può dire per Lance Stroll e il suo 10° tempo: ricordiamoci che guida una Williams, per quanto qui meno lenta che altrove. In pratica il canadese ha confermato la bella prestazione dello scorso anno sempre qui in Brianza, quando ottenne il quarto tempo e partì in prima fila per l’arretramento delle Red Bull. 

Per Kevin Magnussen e Sergey Sirotkin, essere appena fuori dalla top ten non mina le possibilità in gara, specie se volessero giocare di strategia. Mentre per gli altri a seguire si tratta “soltanto” di dimostrare che a causare la posizione arretrata di partenza sono state solo circostanze sfavorevoli: per esempio, alcuni sono stati fuorviati in queste qualifiche da un’ossessiva ricerca delle scie, che invece non sempre si è rivelata positiva, anzi quasi mai. Quindi in gara sarà interessante tenere d’occhio anche le posizioni di rincalzo, visto che saranno possibili diverse rimonte. 


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