Force India, a Sochi per dimenticare. Ocon: nel 2020 sicuramente in F1

Force India, a Sochi per dimenticare. Ocon: nel 2020 sicuramente in F1© sutton-images.com
Perez determinato a rifarsi dopo la disastrosa gara di Singapore. Ocon con le incertezze sempre più pesanti sul futuro in Formula 1 nel 2019: "Trattiamo con Williams, non sarà una catastrofe restare fuori"

F.P.

26.09.2018 16:02

Un doppio zero evitabile, punti che valgono milioni di euro, potenzialmente, per Force India. E l’esito di Singapore e pesa nel bilancio del team, frutto di un Sergio Perez a far fuori Esteban Ocon dopo tre curve e poi completare la notte folle di Marina Bay con le ruotate date alla Williams di Sirotkin.

Checo si è assunto le proprie responsabilità e guarda a una Sochi cara in passato, quando riservò la gioia del podio, prima sfuggito per il duplice sorpasso Bottas-Raikkonen a pochi chilometri dall’arrivo, poi restituito dalla collisione tra i due finnici.

«Ero molto deluso dell’esito di Singapore, ma affrontare le giornate difficili fa parte del mestiere. Ho già voltato pagina e aspetto Sochi, dove sono certo il risultato sarà molto diverso. Non vedo l’ora di tornare in macchina e conquistare i punti che il team merita.

Il Gran Premio di Russia riporta alla mente grandi ricordi da tre stagioni fa, quando arrivai sul podio. Fu un risultato inatteso per un certo, ricordo le difficoltà avute nel finale di gara poiché non avevo più gomme. Fu una giornata fantastica per noi», racconta il pilota messicano.

Sarà ancora una battaglia con Haas e Renault per accaparrarsi le posizioni migliori dietro i primi tre team. «Ho sensazioni positive sul week end in arrivo e credo saremo competitivi. Singapore non ci ha dato il risultato che aspettavamo ma le prestazioni e il bilanciamento della macchina erano molto buoni. Se riusciremo a portare a Sochi lo stesso passo, dovremmo aspettarci un risultato importante. I nuovi aggiornamenti hanno ancora del potenziale da sbloccare e speriamo di poterlo fare in Russia».

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Perez avrà il proprio sedile 2019, sarà ancora in Force India, l’attesa è solo per l’ufficializzazione della firma. Concreto rischio di restare fuori dai giochi, invece, per Esteban Ocon. La pista Williams è l’unica in teoria ancora in piedi, ma il sedile andrà acquistato, di fatto. Vorrà dire presentarsi con una valigia piuttosto piena, di euro o dollari, che valgano al cambio almeno i rubli pronti dai candidati più accreditati: Sirotkin e Markelov, per dire due nomi alle cronache ormai da tempo.

Esteban commenta la propria situazione, lo fa in un’intervista tv a TF1 e dice: «E’ piuttosto strano come si sia sviluppata la cosa, perché avevo delle opzioni con due grandi team che gran parte dei piloti possono solo sognare. Ma troveremo una soluzione». Renault, anzitutto. Poi l’interesse, non tramutato in contratto, di McLaren e Red Bull Racing lato Toro Rosso. I limiti: essere un pilota legato a Mercedes. «Se anche dovessi saltare la prossima stagione sono certo che tornerò in Formula 1 nel 2020. Mi ha sorpreso la scelta di Ricciardo e non sono d’accordo con quanto dice Abiteboul: sì, sono un pilota Mercedes ma se fossi su una Renault non conterebbe. Sono un po’ arrabbiato che, da sportivo, non contino solo i tuoi risultati.

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Non so se potrò andare in Williams, stiamo trattando e spero che tutto si risolva. Non avere un contratto per la prosisma stagione non è una catastrofe ma non sai mai come possono svilupparsi le cose in Formula 1».

Parole sulle quali si inseriscono quelle di Toto Wolff. Se a Singapore ha accusato “due team di non aver avuto le p*lle di tenere fede alla parola data”, alla vigilia di Sochi ripete: «Ci sono tanti buoni piloti che meritano un sedile in Formula 1, sia giovani che piloti più esperti, ma al momento un cockpit rappresenta un bene dalla disponibilità limitata. Sia Esteban che George meritano sicuramente di essere in Formula 1, stiamo ancora lavorando su alcune opzioni e decideremo attentamente cosa sarà meglio per loro. Se vorrà dire giocare su una prospettiva di lungo termine, allora continueremo a prepararli e farli crescere».


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