Formula 1 Giappone, analisi qualifiche: l'azzardo Ferrari non paga

Formula 1 Giappone, analisi qualifiche: l'azzardo Ferrari non paga© sutton-images.com

Poco da fare contro le Mercedes e la pole di Hamilton, ma l'eccessivo rischio gomme Ferrari condanna Raikkonen 4° e Vettel 9°

Maurizio Voltini

06.10.2018 11:48

Come ben sanno i giocatori professionisti, l'azzardo va calibrato: le scommesse fatte "per disperazione" possono andare bene qualche volta, ma è molto più facile avvenga l'opposto. Perché diciamo così? Perché non c'è altro modo di valutare l'azzardo compiuto dalla Ferrari in Q3, nelle qualifiche a Suzuka, quando hanno allineato Raikkonen e Vettel a fine pitlane con le gomme intermedie verdi. Un tentativo esagerato di anticipare la pioggia, quando però la pista era ancora asciutta. Solitamente chi cerca di uscire prima in pista lo fa proprio per utilizzare al massimo la pista asciutta prima che sia troppo tardi, e infatti la tattica "a rovescio" Ferrari non ha pagato.

Rientrati subito ai box per sostituire le gomme, dato che il fondo pista era "da slick", quando sono tornati dentro era ormai tardi perché la pioggia aveva cominciato a farsi vedere in alcune curve. Così da un lato Kimi Raikkonen completa un giro di conserva (con piccolo errore a Spoon) a ben 1"7 dal vertice che gli dà solo il 4° tempo, mentre Sebastian Vettel ci prova lo stesso ma paga due errori (a Degner e Spoon, dove è bagnato) che alla fine non gli permettono di più del 9° tempo. Tutti i tentativi successivi, anche da parte Mercedes che rientra subito in pista per un secondo run, sono inutili perché troppo bagnato.

Mentre in Ferrari si complicano la vita da soli, in Mercedes proseguono imperterriti sulla loro strada e offrono a Lewis Hamilton tutte le condizioni per portarlo alla sua 80esima pole position (unico a migliorarsi rispetto alle Q2), mentre Valtteri Bottas non riesce a ripetere il bel giro di Q2 e si deve accodare per 3 decimi quasi esatti (0"299). A ulteriore dimostrazione che quando sei competitivo, non devi "inventarti" nulla, men che meno azzardare qualcosa.

Di tutta questa situazione approfitta la Red Bull e in particolare Max Verstappen che nonostante un gap di ben 1"3 (1"297 per la precisione) ottiene il 3° tempo. Anche il team blu era pronto con le gomme intermedie, ma appena valutata la situazione a semaforo verde le hanno immediatamente sostituite. Quando invece Daniel Ricciardo viene ancora una volta tradito dalla macchina e rimane senza tempo in Q2: comprensibile la sua frustrazione che sfocia nell'urlo di sfogo colto dalle telecamere, anche il suo inossidabile positivismo sta arrivando al limite, e non è una bella cosa.

Un altro che approfitta appieno di tutto quanto successo, ottenendo un ottimo 5° posto al via, è Romain Grosjean, quando invece Kevin Magnussen non passa le Q2 pagando (a differenza del francese) il tentativo con gomme soft, senza poi poter reagire con le supersoft per via della pioggia. Ancor più da mettere in evidenza è però il risultato della Toro Rosso, riuscita a piazzare Brendon Hartley 6° e Pierre Gasly 7°: un riscontro eccezionale dovuto sia alla performance di entrambi i piloti (anche in Q2) sia alle doti dell'ultima versione di motore Honda, che quindi "in casa" si è finora ben comportato.

Bene anche le Force India, anche se la penalità a Esteban Ocon (per non aver rallentato abbastanza sotto bandiere rosse nelle prove libere) lo fa scendere da 8° a 11°. Così in quarta fila accanto a Gasly passa Vettel, mentre Sergio Perez è comunque appena dietro. Appena fuori dalla top ten per 16 millesimi è Charles Leclerc, ma il vantaggio di partire domani 10° con gomme libere potrebbe compensare il piccolo errore in Q2.

Per i piloti Renault che seguono 13° Carlos Sainz e 16° Nico Hulkenberg (per poco fuori già in Q1, brutto tempismo con le bandiere rosse) c'è la possibilità di riscattarsi in gara, come per Ricciardo 15°. Più difficile che Lance Stroll riesca a ripetere la piccola impresa di essere salito 14°, anche se con Sergey Sirotkin 17° la Williams ha fatto decisamente meglio di McLaren. Infatti dietro a Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne c'è solo Marcus Ericsson e solo per essere finito contro le barriere in Q1 (causando le bandiere rosse): il periodo nero della squadra di Woking prosegue e anzi sembra peggiorare sempre più.


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