Formula 1 USA, Hamilton: mi aspetto una forte reazione Ferrari

Formula 1 USA, Hamilton: mi aspetto una forte reazione Ferrari© sutton-images.com
Nel giovedì di Austin, Lewis racconta dei miglioramenti costanti compiuti dal team e in sé stesso, di come punti sempre al crescendo nella seconda metà del campionato e dell'attesa di una Ferrari determinata a reagire

Fabiano Polimeni

18.10.2018 19:19

Ha un ruolino impressionante, Lewis Hamilton a Austin. Dall’esordio nel mondiale, solo una volta, nel 2013, è uscito sconfitto dal COTA. Vincere, domenica, consegnerebbe grandissime chance di trionfo iridato, sebbene serva una doppietta per allungare in modo definitivo su Sebastian Vettel. Doppietta o l’inserimento di una Red Bull in seconda posizione, con Vettel terzo. Sulla carta. Risultati che non tengono in dovuta considerazione la voglia di riscatto della Ferrari e la determinazione a vender cara la pelle. 

Si arriva al quartultimo gran premio stagionale con una serie di vittorie targate Hamilton interrotte solo dal lampo Rosso di Spa. Non racconta certo dell’efficacia della sospensione Mercedes posteriore evoluta, della migliore gestione delle gomme posteriori, nel giustificare la crescita della W09. È tra le righe di quel “è la combinazione di vari fattori. Miglioriamo la conoscenza della macchina per tutto l’anno. Se potessimo, avremmo fatto molto meglio sin dall’inizio, ma lo sport va così”, che presenta quando gli chiedono come si nato il cambio di ritmo subito dopo la pausa estiva.

LE RAGIONI DEL SUCCESSO

“Cerchi sempre di migliorare come pilota, sono migliorato nel corso degli anni: nella condotta, nel rapporto con il team, nello sfruttare al meglio la macchina. Cerco sempre di andare meglio nella seconda parte della stagione, credo che tutto il team abbia lavorato meglio in ogni area. Dall’altra parte (Ferrari; ndr) non hanno fatto un lavoro altrettanto buono nella seconda parte”.

Tre anni fa vinse una gara a Austin che era nelle mani di Nico Rosberg e si laureò campione, per la terza volta. Aggancio all’idolo di sempre, Senna. Ha l’obiettivo fisso sul mettere insieme un week end da Hamilton, Lewis. E il peso specifico del vincere già domenica il mondiale diventa assai relativo: “Come per tutto il team, non c’è una gran differenza tra vincere qui o il prossimo week end.

Siamo concentrati sull’obiettivo, non puoi mai sederti sugli allori, ci aspettiamo che la Ferrari reagisca con gran forza in questo week end e non possiamo rilassarci in alcun modo, dobbiamo arrivare in pista e alzare l’asticella. Non voglio aggiungere altra pressione, voglio vincere. Domani dovrebbe piovere, come riusciremo a preparare la macchina per sabato? Sarà complicato, sarà un week end complicato e niente è scontato”.

IL MITO FANGIO

I numeri mettono insieme piloti, epoche, tecnologie, impossibili da affiancare. Impossibile qualsiasi confronto tra piloti di epoche diverse e Lewis, sull’effetto che fa eguagliare i titoli di Juan Manuel Fangio, racconta: “Ho provato in passato le Frecce d’Argento a Monza, un’esperienza intensa. È sempre strano sentire la filosofia dei piloti al tempo, se avevi un incidente volevi una macchina che ti buttasse fuori, lontano, mi raccontava Stirling (Moss; ndr).

ALONSO: LEWIS TRA I 5 MIGLIORI DI SEMPRE

Sono grato di essere in questa era, con questa tecnologia, vedendo i progressi delle macchine sono grato. Fangio è il padrino di tutti noi, è stato uno dei più grandi agli albori, una figura che ho sempre ammirato ed è pazzesco pensare che sono sul punto di raggiungere gli stessi campionati che ha vinto lui”.

Uno accanto all’altro, Hamilton e Alonso, Fernando colloca Lewis nella sua personalissima classifica dei migliori di tutti i tempi: “Michael, Fangio, Senna, Prost, Lewis. Sta per vincere ed eguagliare Fangio, una grande impresa, se c’era un pilota di questa generazione che doveva riuscirci sono contento sia Lewis. Quando aveva una macchina dominante ha raggiunto l’obiettivo, quando non lo era ha raggiunto grandi prestazioni ed è difficile da vedere”.

HAMILTON: CURIOSITÀ INDY E NASCAR

E Lewis, quando gli chiedono della possibilità di vederlo correre un giorno in Indy, strada che si appresta a imboccare Alonso, pur essendo l’assoluto amante del mondo e della cultura americana, precisa: “Mi piacerebbe provare, non ho mai corso su un ovale, le macchine sono incredibilmente veloci. Però non è mai stata la serie che ho guardato, sono cresciuto in Europa, ho sempre seguito la F1, più tecnologica: il mio obiettivo è sempre stato andare in F1. Amerei provare la Nascar, però. Mi piacerebbe correre a Watkins Glen, ma non ho mai desiderato fare altre gare oltre la F1, magari quando smetterò e ci sarà sempre la tentazione di gareggiare...”.


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