Formula 1 USA, Vettel: momento difficile per molti motivi

Formula 1 USA, Vettel: momento difficile per molti motivi© sutton-images.com
Sebastian ancora protagonista di un errore di guida, in lotta con Daniel Ricciardo. Mentre Raikkonen fa gara di testa e vince, Seb recupera con una Ferrari veloce ma continua il periodo no

Fabiano Polimeni

21.10.2018 ( Aggiornata il 21.10.2018 23:11 )

È difficile interpretare il momento che vive Sebastian Vettel. E che non sia solo una questione di assetti e sviluppo lo dice il diretto interessato a domanda precisa. Il Gran Premio degli USA registra l’ennesimo errore di guida di una stagione nei fatti da dimenticare, per il potenziale andato disperso.

Doversi districare in bagarre anziché fare gara di testa ti espone ai rischi del contatto, del ruota a ruota, della lotta come quella innescata in curva 12 e proseguita sulla 13 con Daniel Ricciardo nelle primissime fasi di gara. Il week end di Austin nasce male sin dal venerdì, con la svista nelle libere 1. Da lì, penalizzazione, arretramento in griglia, la necessità di recuperare. 

La fretta nell’agire. Spesso additata a principale neo emerso quest’anno nella condotta, Sebastian commenta: “Aspettare? Credo che dopo sia sempre semplice. Non sono sicuro sia colpa mia quando siamo stati fianco a fianco. Volevo metterlo sotto pressione per la curva dopo, non volevo giocarmi tutto su una curva sola, lui non mi ha visto, ha chiuso e ci siamo toccati. Per me è stata la stessa situazione di Suzuka avendo perso tutte le posizioni, sono deluso per me e per la squadra. Sono molto contento per Kimi”.

Scuro in volto, Seb va oltre l’episodio centrale della sua gara per spiegare il risorgimento Ferrari: “Questa credo sia stata una gara importante per noi, è bello vedere che avevamo un bel ritmo, siamo tornati indietro di un paio di passi nella specifica della macchina e sembra funzionare molto meglio”. Tante novità tecniche provate al venerdì, nonostante condizioni meteo non ideali nella prima sessione, poi la sintesi finale: macchina con il fondo “vecchio” al sabato del ritorno alla competitività in qualifica.

Il passaggio fondamentale, però, dopo Austin diventa il fattore umano. Fondamentale perché a parlare del periodo e dire che c’è di più, oltre il dato sportivo - che certo non aiuta - è Sebastian: “No, non è un buon periodo per molti motivi; i risultati, le gare, fanno parte del quadro, ci sono però anche altre cose che sono state un po’ diverse rispetto al passato, nulla però credo che non saremo in grado di superare”.


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