Formula 1 Brasile, analisi gara: Max incauto, Lewis ringrazia

Formula 1 Brasile, analisi gara: Max incauto, Lewis ringrazia© sutton-images.com
GP brasiliano deciso da un contatto tra Verstappen al comando e Ocon doppiato, con strascico dopogara. E Hamilton vince con tranquillità

Maurizio Voltini

11.11.2018 21:54

I primi quattro all'arrivo racchiusi in poco più di 5 secondi danno la cifra di una gara meno banale del consueto, a Interlagos. Ma non è sufficiente a far trasparire come Max Verstappen abbia conquistato la testa della gara assecondato da un'ottima Red Bull – non sembrava nemmeno fosse quella dotata del motore teoricamente meno potente del lotto… – e poi si sia visto sfilare tutto di mano per un doppiaggio/sdoppiaggio con Esteban Ocon che, pur nella piena colpa del francese che si è visto penalizzare con 10 secondi di stop&go, poteva però essere affrontato con maggior cautela da parte dell'olandese.

Così il risultato finale è stato un testacoda che ha permesso a Lewis Hamilton di sfilare tranquillo, andando a cogliere la vittoria finale che dà alla Mercedes la sicurezza della vittoria anche nel campionato Costruttori. Verstappen ha recuperato pur con la monoposto pesantemente danneggiata nel fondo, ma non abbastanza da poter impensierire davvero Hamilton, primo con un margine di 1"5. Peraltro, la scaramuccia con spintonate avvenuta al momento della pesa dopogara tra Verstappen e Ocon ha visto entrambi i piloti convocati dalla direzione di gara.

La competitività delle RB14 è stata confermata dai bei sorpassi da parte di Daniel Ricciardo, partito 11°. Ma non gli è venuto l'ultimo che gli avrebbe dato la terza posizione a podio, quello su Kimi Raikkonen. Il finlandese ferrarista ha gestito al meglio possibile una strategia di pneumatici che in gara non si è rivelata così favorevole come poteva sembrare alla vigilia della gara, partendo su soft. Ma pur senza manovre spettacolari, ha ottenuto il massimo con ciò che aveva a disposizione, giungendo al traguardo a soli 4"8 dal vertice, con Ricciardo in scia.

Giornata da dimenticare invece per Valtteri Bottas, solo 5° staccatissimo dopo probemi di blistering nonostante un ottimo avvio di gara in cui era balzato secondo, e per Sebastian Vettel. Entrambi hanno pagato pesantemente la necessità di un secondo pit-stop (il distacco è quasi equivalente al tempo di passaggio ai box) e il tedesco avrebbe avuto un problema a un sensore che non gli ha permesso di esprimersi al meglio, finendo dietro di 4 secondi. Una gara in cui ha pure subìto due volte il sorpasso da Raikkonen: una volta per un piccolo lungo, quella dopo perché effettivamente in quel momento Kimi ne aveva di più e non l'ha ostacolato.

Molto meglio è andata al futuro ferrarista Charles Leclerc, ottimo 7° al traguardo che, non finiremo mai di ripeterlo, equivale ad essere il "migliore degli altri" che non fanno parte dei tre top team. L'ottimo risultato per la Sauber (che si avvicina a Force India 7ª nella classifica Costruttori) non è stato purtroppo completato da quello di Marcus Ericsson che partiva 6°. Entrare in tre affiancati alla prima curva ha visto lo svedese rimetterci più di tutti, danneggiando pesantemente la sua monoposto urtandosi con Grosjean (all'esterno c'era Leclerc) e poi perdendo continuamente pezzi in pista con una macchina inguidabile: inevitabile il ritiro.

Strategie differenti ma risultato finale non dissimile per Romain Grosjean e Kevin Magnussen, arrivati rispettivamente 8° e 9° staccati tra loro di soli 1"6. In ogni caso un bel riscontro per la Haas che in questo modo mantiene ancora aperta la sfida per il 4° posto tra i Costruttori con la Renault. Che invece se ne va dal Brasile con il ritiro di Nico Hulkenberg e solo un 12° posto per Carlos Sainz, dopo che i due si sono anche presi a ruotate in gara.

Sergio Perez riesce ad agguantare un punto importante per la Force India che a sua volta deve difendere il 7° posto in classifica dalla Sauber, oggi avvicinatasi parecchio. Appena fuori dalla zona punti invece Brendon Hartley, che ha puntato a salvaguardare le gomme, mentre Pierre Gasly su una strategia più classica non è andato oltre il 13° posto, comunque non distante (a 4"3).

Segue Stoffel Vandoorne che stavolta ha vinto il confronto (anche diretto in pista) con Fernando Alonso, che invece si deve accontentare di finire tra le due Williams di Sergey Sirotkin e Lance Stroll. Peraltro entrambi i piloti McLaren sono stati penalizzati (di 5 secondi sul tempo finale) per aver ignorato le bandiere blu in gara.


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