Formula 1, Wolff: 4 motoristi possono bastare

Formula 1, Wolff: 4 motoristi possono bastare© sutton-images.com
La rivoluzione motoristica prospettata da Liberty Media appena un anno fa è finita nel cassetto. Secondo Toto Wolff, andare incontro a nuovi costruttori è un'esigenza secondaria alla tutela dei "fidati partner" presenti in F1

Fabiano Polimeni

20.12.2018 ( Aggiornata il 20.12.2018 15:05 )

I fantastici 4, in fondo, possono bastare. Quattro motoristi in Formula 1 ad affrontare la massima sfida tecnologica nel motorsport. Superlativo che accompagna anche i costi, a fronte di un altissimo rischio di fallimento sportivo per quanti (e nessuno infatti si è sognato di tuffarsi nell’era turbo ibrida a corso tecnico avviato) volessero raccogliere la sfida.

Nel 2021 si continuerà con Ferrari, Mercedes, Renault e Honda, si continuerà con power unit dotate di MGU-H sebbene riviste in più aspetti (uno su tutti, la revisione del sistema del flussometro, con effetti a cascata su regime di rotazione dei V6 e sound), per incrementare ancor di più potenze già da 1.000 cavalli in qualifica.

Serve davvero, alla Formula 1, una presenza di ancor più costruttori ufficiali o semplicemente motoristi? Toto Wolff è chiaro: “Da dove arriva tale pensiero? È ingordigia? Volete più di quattro, ne volete 5 o 6? Dovremmo essere felici d’avere quattro costruttori premium impegnati in Formula 1, presenti già da molto tempo, e dovremmo provare a far sì che, anzitutto, si trovi un compromesso con i fidati partner che ci sono. Poi si guarda a quanti potrebbero unirsi in futuro e si dà ascolto. Ma è solo la seconda priorità”.

E la posizione della FIA, nei mesi scorsi, si è allineata alla necessità di tutelare gli investimenti fatti dai motoristi sulle power unit, prima ancora di favorire l’ingresso di nuovi costruttori, agevolarli eliminando il sistema di recupero dell’energia posto sul turbocompressore: il nodo tecnico più complesso, costoso da sviluppare e cruciale nelle prestazioni complessive.

Il mantenimento dell’architettura ibrida attuale, secondo Wolff, è una necessità per gestire costi di svilluppo comunque destinati a crescere nel 2021. Sul MGU-H e la sua permanenza dice: “E’ esclusivamente un fattore economico, perché abbiamo dimostrato a Liberty e alla FIA che riprogettare un motore porterebbe i costi fuori controllo. Anche con questo motore sul quale c’è un’intesa, che ha un maggior numero di giri, più carburante da impiegare, comporterà costi enormi. Ci sarebbe piaciuto, sarebbe stato ideale, restare con la power unit che abbiamo senza toccarla”.

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Intervistato da Espn, Wolff – che lo scorso anno proposte un’idea probabilmente destinata ad avere un seguito, qualora altri motoristi decidessero di entrare in F1, ovvero, la fornitura del MGU-H – aggiunge: “Le prestazioni dal motore stanno convergendo, lo vediamo già e sono curioso di scoprire dove sarà Honda il prossimo anno, ma i motori non sono così distanti uno dall’altro. Ogni qualvolta cambiano i regolamenti, finisci con l’avere divari più ampi tra i migliori e i peggiori, perciò, perché cambiamo?”.

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