Formula 1, è nata la Ferrari SF90

Formula 1, è nata la Ferrari SF90

La monoposto 2019 rende omaggio, nel nome, ai 90 anni dalla fondazione della Scuderia. Mattia Binotto ne racconta la filosofia progettuale, all'insegna dell'evoluzione

Fabiano Polimeni

15.02.2019 11:18

EssereFerrari, un hashtag per accompagnare il lancio della nuova monoposto, carico di significati e che dà spazio al racconto di cosa voglia dire #EssereFerrari. Il rito della presentazione diverso da qualsiasi altro team, per la storia e il mito rappresentati; l’attesa e le aspettative riposte su una monoposto, la Ferrari SF90, che dovrà interrompere il digiuno iridato, Piloti e Costruttori. La pressione del sapere di avere un unico risultato e obiettivo ammissibile, la vittoria.

Da Maranello si parte con un assetto del tutto nuovo, assetto di uomini, tecnici, formazione piloti, prima ancora che meccanico/aerodinamico. Mattia Binotto team principal e responsabile dell’area tecnica che ha partorito il progetto 670, ora con un nome che dà ulteriore significato all’EssereFerrari: SF90 celebra i 90 anni dalla fondazione della Scuderia, SF90 poster da incorniciare, con il prossimo numero di Autosprint in edicola, nell’inserto speciale dedicato alla Rossa.

Cosa voglia dire, per Mattia Binotto, EssereFerrari, è un elencare valori, obiettivi e doveri:Essere Ferrari è passione, determinazione, appartenenza, integrità, coraggio, competizione, eccellenza, credo che uno potrebbe andare avanti all’infinità. Da parte nostra è un orgoglio e un dovere, di perseverare la tradizione della Scuderia e del nostro fondatore. Un dovere che si trasforma, per tutti noi che lavoriamo in Ferrari, nella nostra missione”.

Una missione: vincere. Da inseguire con la SF90 che, Binotto, racconta nei tratti evolutivi rispetto al progetto dello scorso anno. Alla colorazione, tinte di rosso diverse, preferisce parlare dell'essenza: "Preferisco concentrarmi sui contenuti che sul colore, sono più importanti. Partendo dal 2018, abbiamo ottenuto ottimi risultati, quest'anno rappresenta un’evoluzione, la monoposto non è rivoluzionaria, abbiamo cercato di evolverla per cercare di raggiungere maggiore velocità, abbiamo lavorato sull’anterore, il muso è un po’ diverso, abbiamo provato a spingere sull’innovazione, vedete il retro moltro rastremato, questo anche grazie al grande lavoro che, non si vede perché è sotto la scocca, svolto con l’installazione della power unit, il lavoro su tutti i componenti, per questo vediamo un risultato di questo tipo”


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