F1, Verstappen: 'DRS effetto maxi, difficile il sorpasso'

F1, Verstappen: 'DRS effetto maxi, difficile il sorpasso'© LAT Images

Per un Ross Brawn soddisfatto della nuova aerodinamica, c'è un Verstappen che ridimensiona la novità. Al contrario, l'effetto DRS è molto più evidente che in passato

Fabiano Polimeni

20.03.2019 13:03

Valori in campo a parte, la prima esibizione stagionale in Australia era attesa anche per verificare gli effetti delle novità regolamentari sul punto centrale della loro stessa esistenza. Ovvero, rendere le monoposto un po’ meno critiche e imprevedibili nelle fasi di corsa dietro altre macchine. L’Albert Park non è esattamente la pista che meglio si presta a battaglie ruota a ruota, tuttavia i primi riscontri avuti dai piloti, soprattutto delle squadre di seconda fascia, sono stati di monoposto più prevedibili nel comportamento. Insomma, misure promosse.

A sentire le parole di chi, la battaglia, ha provato a condurla per le primissime posizioni, vedi Max Verstappen, il quadro risulta un po’ differente. La penalizzazione del gareggiare in aria turbolenta è sempre presente e si ripercuote sulla gestione delle gomme. Semmai, ad aver mostrato un’efficacia nettamente superiore al passato è il DRS.

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Ecco, l’artificio che più di ogni altro permette lo “scambio di posizioni” diventa ancor più incisivo, grazie all'apertura superiore. E lo sarà soprattutto sulle piste da medio e alto carico aerodinamico, per il delta che andrà a sviluppare tra ala chiusa e ala aperta. Max Verstappen, nel raccontare le sensazioni avute mentre si trovava all’inseguimento di Hamilton, a correre in “aria sporca”, ha spiegato: “Devi sempre gestire le gomme, perché appena ti avvicini alla macchina davanti si surriscaldano.

Non ho avuto chance per passare, è ancora molto difficile seguire altre macchine. L’unica cosa positiva, che è stata migliorata, è l’effetto DRS. Non appena lo attivi, l’effetto è molto più potente che in passato, però nel seguire altre macchine si risente sempre tanta turbolenza”.

Le prossime gare offriranno un quadro più chiaro di quali misure hanno centrato nel segno e quali, invece, prodotto un effetto negativo. Se l’Albert Park ha prodotto una gara con il pacchetto di macchine di seconda fascia molto ravvicinate, ma senza opportunità di sorpasso, su un circuito tradizionale, con le caratteristiche del Bahrein, i cambi di posizione è quasi fisiologico attenderli ancora più semplificati che in passato, dal maggiore effetto DRS.

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Sull’efficacia delle scelte volute dalla FIA, Ross Brawn ha commentato: “I segnali iniziali sono incoraggianti, anche perché, sorpassi a parte, abbiamo visto delle battaglie emozionanti. Chiaramente non sono tutte dovute alla nuova aerodinamica, viste le prestazioni dei team di metà schieramento clamorosamente vicine.

Comunque, diversi piloti hanno commentato come la macchina sia più neutra quando segue un’altra, rispetto agli anni scorsi.

La pista australiana, poi, non è il banco di verifica più accurato, perciò preferisco attendere almeno altre tre gare prima di trarre qualsiasi conclusione. I primi segnali però sono incoraggianti”.

Effetti che sarà possibile misurare su veloci curve sulle quali il carico aerodinamico è preponderante.

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Le poche pieghe veloci dell’Albert Park, curiosamente, sono apparse un esercizio nel quale Verstappen ha rilevato una Red Bull non ancora su livelli d’eccellenza, come invece t’aspetteresti: “Devo dire che le curve di media velocità non sono state ideali per noi. Parlo di curve da quarta-quinta marcia. Avremmo potuto fare meglio. Nell’attacco su Sebastian abbiamo sfruttato il pulsante del party-mode e si è visto nella velocità di punta, tutto va nel modo giusto. Per Honda è anche un graditissimo risultato aver superato una Ferrari in pista.

L'Editoriale del direttore: Cavallino Mancante


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