Formula 1 Bahrain, analisi: Ferrari ritrova la bussola

Formula 1 Bahrain, analisi: Ferrari ritrova la bussola© LAT Images

Inizia bene il weekend a Sakhir per le Rosse, ma è solo venerdì e sono attese al recupero sia Mercedes che soprattutto Red Bull

Maurizio Voltini

29.03.2019 ( Aggiornata il 29.03.2019 19:20 )

I problemi vissuti dalla Ferrari a Melbourne sembrano dimenticati, in questo venerdì di prove libere a Sakhir. Anzi, sembra che la maggior preoccupazione sia ora quella di gestire i "due galli nel pollaio" con Charles Leclerc a svettare nella prima sessione e Sebastian Vettel a riprendere i galloni di capitano in quella successiva. Davvero ristretto peraltro il margine finale di soli 35 millesimi. Questo quando le Mercedes sono a oltre 6 decimi.

Ma a prescindere dai soli giri veloci, anche perché Lewis Hamilton e Valtteri Bottas non hanno sfruttato al massimo la simulazione di qualifica, va detto che si sono riscontrati distacchi dello stesso ordine di grandezza anche nei long run e pure con le differenti mescole adottate, per cui è lecito testimoniare un buon lavoro da parte della Scuderia di Maranello, che pare aver raccolto anche ottimi riscontri tecnici per continuare a migliorare nel prosieguo del weekend.

Ovviamente questo non significa pensare che la Mercedes sia battuta già di venerdì e ci aspettiamo che pure i tedeschi facciano ulteriori passi avanti. Onestamente non sembra un valore realistico avere la Renault di Nico Hulkenberg a soli 112 ms da Bottas, e pur nella simpatia per il pilota tedesco e per una squadra di seconda linea che riesce a risalire (che ci auguriamo per loro trovino conferma anche domenica) pensiamo che ciò dia l'idea del margine a disposizione per gli uomini di Toto Wolff.

Un margine (ma più ancora una necessità) di recupero che va anche e soprattutto alla Red Bull, con Max Verstappen 6° a 56 ms da Hulkenberg e Pierre Gasly solo 12°. In ogni caso, nei long run le RB15 hanno girato in tempi comparabili con quelli delle W10, per cui possiamo parlare di situazione solo momentanea. Anche perché c'è l'ombra di strane perdite di potenza nel corso dei giri veloci: un problema evidentemente non serio, visto che le prove sono state proseguite senza interruzione. A differenza di quanto accaduto alle Alfa Romeo ex Sauber che invece sono rimaste a lungo ferme ai box sui cavalletti (16 giri in tutto tra Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi) per problemi di perdite di liquido refrigerante dal sistema.

A parte Hulkenberg, i distacchi degli altri "rincalzi" sono più normali quand'anche limitati rispetto a quanto visto in Australia. Così troviamo Kevin Magnussen a 1"1 dal vertice, un ancora rimarchevole Lando Norris a soli 17 millesimi, nonché Romain Grosjean e Daniil Kvyat: tutti questi 4 piloti sono racchiusi in 1 decimo, a incoraggiare l'idea di una gara tra "gli altri" ancora molto serrata e nella quale possa far parte anche la Toro Rosso.

A 1 altro decimo dal russo abbiamo l'altra McLaren di Carlos Sainz, per cui bene anche il team di Woking nel complesso. Sulla macchina dello spagnolo è stata decisa la sostituzione dell'intera power unit dopo la "cottura" della Mgu-K a Melbourne. Parimenti, parlando di strascichi dalla gara australiana, il botto di Daniel Ricciardo in partenza ha portato alla sostituzione della scocca della sua RS19 e per adesso l'australiano non va oltre il 15° tempo.

Bene Alexander Albon a confermare le potenzialità della STR14 con il 13° crono a meno di 3 decimi dal compagno di squadra, precedendo Sergio Perez mentre Lance Stroll è 17° tra le due Alfa. Come spesso capita quando la lotta è serrata, vi sono anche situazioni momentanee di errori o di traffico a determinare certe posizioni, ma in questo caso sembra che i problemi di trazione delle RP19 in uscita dalle curve lente non portino a ben sperare. Anche stavolta, però, sempre meglio che in Williams, dove abbiamo George Russell 19° a 3 secondi dal vertice e Robert Kubica 20° a 4 secondi: poco da fare quando devi girare con cautela perché mancano i ricambi…


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