Asfalto poco abrasivo e dal basso grip, il lungo rettilineo abbatte le temperature delle gomme anteriori. Baku non stressa particolarmente le gomme Pirelli ma pone alcune sfide da superare
Pista “facile” sulle gomme, Baku. Manca l’impegno laterale delle curve veloci, manca un asfalto particolarmente abrasivo. Si comporta da “buon cittadino” il tracciato – il secondo più lungo del mondiale dopo Spa, con 6.003 metri.
La sfida del week end in arrivo sarà nella gestione delle temperature d’esercizio delle mescole C2, C3 e C4, che tendono a ridursi specialmente sull’avantreno, per la presenza del lungo rettilineo da 2.200 metri, e portare una condizione nella quale le gomme operano in modo non uniforme tra anteriore e posteriore.
Temperature d’esercizio soggette ai picchi sviluppati in frenata, fase del massimo carico verticale, come nella staccata di curva 1; una caratteristica della tracciatura, alla quale sommare le continue ripartenze da basse velocità, che definiscono il primo settore.
“La sfida maggiore a Baku è quella di trovare il giusto bilanciamento tra asse anteriore e posteriore in modo da far lavorare i pneumatici nella corretta finestra d’utilizzo”, spiega Mario Isola.
Finestra di funzionamento delle gomme che diventa un rebus difficile da risolvere per i team, con Haas a non farne mistero.
Baku, con l’eccezione della prima edizione corsa dalla Formula 1, ha sempre riservato gare pazze e caratterizzate dall’ingresso della safety car. Uno scenario da tenere in alta considerazione nelle strategie migliori da adottare in gara.
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“È un circuito piuttosto vario, con un rettilineo lungo quasi due chilometri e alcune curve molto tecniche. I periodi di safety car, sempre possibili su questo tracciato, possono diventare un’opportunità in ottica strategica.
Le tre mescole nominate, C2, C3 e C4, dovrebbero adattarsi al meglio alle caratteristiche di questo tracciato, dove si svolge una delle gare più difficili da prevedere. È il circuito cittadino più insolito, con velocità elevate e il secondo giro più lungo dell’anno”, aggiunge Isola.
La selezione delle mescole da parte dei team ha prodotto ridotti scarti tra Mercedes, Ferrari e Red Bull, nella ripartizione dei set, con Red Bull la più “aggressiva” e Ferrari a garantirsi 5 treni di gomme medie contro i 3 di Verstappen e Gasly.
Particolarmente elevati i valori imposti sulle pressioni minime di gonfiaggio, con 21,5 psi sull'anteriore e 20,5 psi al posteriore.
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