La strategia ha costretto Valtteri alle due soste, mentre Hamilton ha provato (con successo) la via del singolo pit-stop
Il rammarico d’essere rimasto bloccato nella gabbia delle due soste, per dirla un po’ più esplicita: fregato dalla strategia che si riteneva fosse unica e senza alternative. Valtteri Bottas riparte da Silverstone raccogliendo meno di quanto non abbia seminato, tra la qualifica da protagonista e un avvio di gara nel quale ha tenuto testa bene a Lewis Hamilton.
Non è stata la sua domenica, causa Safety Car a offrire un vantaggio a Lewis, causa differenziazione delle strategie Mercedes che si è rivelata una zavorra per Valtteri. Qualcosa da rivedere in futuro, la promessa di Toto Wolff.
“Sono rimasto bloccato a un certo punto in una tattica a due soste, perché ci siamo fermati per montare ancora gomme medie e ha fatto sì che mi dovessi per forza fermare alla fine. È stato un errore da parte nostra. Pensavamo sarebbe stata di gran lunga la strategia più veloce ma, in realtà, era possibile fare anche una sosta”, dice Valtteri.
E dice a chiare lettere come, prima della gara, una tattica con un solo pit-stop non rientrasse nei piani. Non valutare il rendimento della gomma dura al venerdì – causa assenza di due treni - un errore decisivo. “Onestamente la strategia a un pit-stop oggi era fuori discussione. È stata di gran lunga la più veloce per la nostra macchina, fare media-dura, pensavamo sarebbe stata molto più lenta, certo è una lezione appresa.
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C’era l’idea di differenziare le macchine, uno sarebbe andato sulla dura nel secondo stint ma avrebbe dovuto fare comunque media-dura-media o media-dura-soft”.
Prima che intervenisse la Safety Car, a creare la finestra ideale per Hamilton, per effettuare il pit e perdere molto meno tempo, Bottas spiega come fosse in una fase di controllo della gomma: “Sapevo che Lewis avrebbe avuto un vantaggio di gomma nel secondo stint, essendomi fermato prima io, anche per coprire altre macchine alle spalle.
A fine secondo stint avrebbe avuto una grande chance, perciò ho provato a salvare le gomme, non spingere a tutta all’inizio e assicurarmi di trovarmi davanti quando si sarebbe fermato. Con la Safety Car abbiamo perso la battaglia che ci sarebbe stata in seguito”.
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