GP Germania, Sainz: "Siamo forti, ma dobbiamo puntare più in alto"

GP Germania, Sainz: "Siamo forti, ma dobbiamo puntare più in alto"© LAT Images

Lo spagnolo della McLaren ammette che a inizio anno non si sarebbe aspettato di ritrovarsi davanti all'ex team Renault, ma vuole che si guardi ancor più avanti

Maurizio Voltini

25.07.2019 ( Aggiornata il 25.07.2019 17:58 )

Alla vigilia del GP a Hockenheim, Carlos Sainz si trova 7° in campionato, posizione che lo pone quale migliore tra i piloti che non fanno parte dei tre top team e che, unita a quella di Norris (9°), ha contribuito a rendere la McLaren quarta forza in campionato, con 60 punti contro i 39 di Renault. È proprio sulla sfida tra la squadra di Woking e quello che è pure il suo fornitore di motori, nonché ex team di Carlos, che si concentrano le prime domande nella consueta conferenza del giovedì. In particolare, a inizio stagione si sarebbe aspettato di essere davanti?

«No, credo che la risposta realistica sia "no" – spiega Sainznon mi sarei aspettato di essere davanti alla Renault. L'anno scorso in Renault avevamo finito abbastanza bene, e ad Abu Dhabi nell'ultima gara della stagione la McLaren era dietro di circa mezzo secondo. Era difficile vedere Fernando o Stoffel battagliare alla pari con noi, con me e Nico. Quindi era difficile pensare che a questo punto della stagione la McLaren sarebbe stata davanti. Non credo però che siamo davvero davanti a livello di prestazioni, siamo davanti in campionato, ma come velocità siamo lì. E questo rende la nostra lotta molto divertente. Si è visto a Silverstone e si è visto anche in Francia».

Questo però non sembra essere sufficiente per Sainz, che infatti prosegue: «Siamo contenti di poter combattere contro un team come Renault. Però l'obbiettivo per noi è continuare a progredire verso il top e non stare tanto a guardare quello che fa la Renault, ma continuare a guardare avanti, verso Mercedes, Red Bull e Ferrari, cercando di ridurre il distacco rispetto a loro». Parlando di progressi, anche negli ultimi GP questi si sono visti soprattutto in gara ma non in qualifica… «Sì, è un'osservazione corretta. Non sono del tutto contento di come sto andando in qualifica. È facile dire che ho avuto problemi che mi hanno un po' condizionato, problemi indipendenti dalla mia responsabilità, però ci sono state delle circostanze per cui tutto si riduce alla prestazione sul giro secco, e se qualcosa va storto in quel giro tutto va in un senso negativo. Però la cosa importante è che comunque sento la velocità e lo dimostra il fatto che in gara sono sempre riuscito a migliorare».

A questo punto, ci può rivelare quale sia il "segreto" per essere i migliori del "resto dello schieramento"? «Al momento non c'è un segreto, e se lo trovassi lo manterrei segreto… Credo che sia una combinazione tra il lavoro fatto dal team per ottenere un "pacchetto" abbastanza buono per permetterci di fare quello che abbiamo fatto in gara. È una combinazione di buona strategia alla domenica, di buone partenze, di un buon passo e anche di un buon sviluppo. Al momento la battaglia a centro griglia è talmente serrata che devi cercare di gestire ogni aspetto ed essere molto forte in tutti i settori. Per adesso quest'anno siamo stati piuttosto forti in quasi tutti questi aspetti, ed è questo il motivo per cui siamo davanti».

Certo, poi aiuta anche che le gare non girino sempre male… «A volte siamo riusciti ad ottenere un bel risultato anche quando non eravamo la macchina più veloce, e questo è stato importante. Però l'ideale sarebbe creare un certo divario tra noi e gli altri team di centro classifica, ed è per questo motivo che il team deve continuare a lavorare in questa direzione, e anche se non ci riuscisse quest'anno sarà importante in ottica futura».

Resta il fatto di una differenza sostanziale tra le prestazioni della precedente McLaren MCL33 e l'attuale MCL34: cosa è cambiato? «Credo che i meriti per i risultati di quest'anno dipendano innanzitutto da quanto fatto l'anno scorso, lo sviluppo soprattutto nella seconda parte della stagione, quando il team ha deciso di fermarsi, cercare di capire cosa stava andando così male, concentrandosi poi sulla stagione successiva. Ed è stato fatto un buon lavoro».


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