Cambia lo spartito, la Ferrari a Singapore torna su un terreno ostico, caratteristiche che saranno, in parte, proprie anche di Sochi nel T3.
Otto giorni indimenticabili tra Spa e Monza, celebrazione ideale di 12 mesi da Ferrarista in pectore prima, trasformatosi in protagonista in pista quest'anno, vincente e convincente nella battaglia con Hamilton.
In arrivo, un altro susseguirsi di gare in sequenza, potenzialmente dall’esito molto diverso. Con l’attesa di scoprire quanto la Ferrari SF90 che a Singapore e Sochi andrà nelle mani di Charles Leclerc e Sebastian Vettel saprà offrire altro rendimento, altra prestazione, su circuiti che tornano a calcare la mano sui punti deboli del progetto 2019.
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“Dopo due weekend decisamente positivi in Belgio e Italia, il circuito di Singapore non sembra essere il più adatto alle caratteristiche della nostra vettura perché il tracciato è piuttosto diverso da quelli sui quali abbiamo recentemente vinto: ci sono meno rettilinei e più curve lente e questo potrebbe complicarci la vita.
Detto questo siamo più motivati che mai a ottenere il miglior risultato possibile”, dice un Leclerc realista.
“Quella di Singapore è probabilmente la gara più difficile in assoluto per noi piloti, se non altro per il caldo e il livello di umidità. Dal mio punto di vista però è sempre un bel luogo nel quale andare a gareggiare, inoltre mi piace che la corsa avvenga in notturna, quando, tra l’altro, sembra di andare molto più veloce che di giorno. A suo modo è un fine settimana unico e non vedo l’ora di trovarmi lì".
Mentre per Charles filava tutto per il verso giusto, Sebastian Vettel ha vissuto due Gran Premi diversissimi. A Spa ha sofferto nella gestione delle gomme in gara, diventando cruciale nel successo di Leclerc rallentando il recupero di Hamilton. A Monza ha subito la beffa della qualifica, dopo aver offerto il suo contributo al tentativo di Charles. In gara, poi, l’errore alla Ascari.
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Una macchina con la quale non sei totalmente in simbiosi ti porta a sbagliare, una questione tecnica di base, secondo Juan Pablo Montoya: “Non è un problema mentale, è più tecnico. C’è qualcosa nella macchina o nelle gomme di quest’anno che non gli piace e Leclerc è in grado di adattarsi meglio”.
Singapore per Seb è una parentesi di passato dominio assoluto, quando tecnica, stile di guida e tipologia di curve di Marina Bay lo rendevano inarrivabile. “Dopo Spa-Francorchamps e Monza ci spostiamo su un circuito completamente differente ma che amo molto: Singapore.
Si tratta di un circuito cittadino con asfalto sconnesso che non concede margine di errore. Fare un pronostico di questa gara è praticamente impossibile a causa delle tante variabili per cui siamo pronti a giocarci le nostre carte”.
Singapore e Sochi daranno la misura dei progressi Ferrari, “si tratta di due settimane non facili, specialmente per il team, perché immediatamente dopo questa gara ci sarà il Gran Premio di Russia”.
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