Sebastian parla del lungo lavoro di sviluppo condotto a Maranello concretizzatosi nella vittoria di Singapore. Mercedes resta la favorita, l'obiettivo è di trasformarsi in un goleador nelle ultime gare del campionato
Difficili da battere, ora vanno ovunque. Così, l’Hamilton pensiero sulla Ferrari e la competitività della SF90. Valutazioni diverse, invece, da parte di Sebastian Vettel, che a Sochi ha tutta l’intenzione di ripetere le prestazioni di Singapore ma bilancia le aspettative con una dose di prudenza: “In generale andiamo nella giusta direzione, ma sarebbe sbagliato pensare che possiamo vincere ovunque, ora che abbiamo vinto su due tipologie di piste diverse.
Penso che sia ancora Mercedes la macchina da battere, sono il riferimento e coloro i quali sono stati nella posizione di poter vincere ogni gara quest’anno”.
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Il test del Gran Premio di Russia e il successivo in Giappone saranno altri due esercizi, diversi tra loro e completi per richieste sulla monoposto, utili a posizionare chiaramente questa Ferrari nel finale di campionato.
Leclerc e Vettel hanno finalizzato un lavoro lungo di sviluppo, al quale Sebastian ha fatto riferimento a Sochi: “Non bisogna dimenticare la gente che lavora a Maranello, abbiamo avuto pezzi nuovi, speriamo di poterci confermare.
Lo dobbiamo al lavoro che è stato fatto a Maranello da molto tempo, non la settimana prima di Singapore. I pezzi avevano iniziato a progettarli tanto tempo prima, c’è tanto lavoro alle spalle”, dice intervistato da Sky Sport F1.
Dopo il successo di Singapore si potrebbe pensare a un Vettel nuovo, rigenerato. Invece, spiega come ogni gara sia un capitolo a sé e i passaggi precedenti da isolare, positivi o negativi che siano: “Non so, non sento che qualcosa sia cambiato, ed è positivo. È importante la vittoria, ancora di più è stato il momento dopo Monza, dove tutto è andato storto, abbiamo guardato come mai fosse andata storta.
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Non è che fossi in una situazione negativa, ho sbagliato io, non voglio fare certi errori, ma devi anche voltare pagina e a Singapore non sono arrivato pensando a Monza, pensavo a cosa avevo davanti. Lo stesso qui.
Certo c’è una questione di fiducia nei propri mezzi, alla fine credo sia anche una questione di sapere cosa devi fare in modo da essere all’altezza. Le cose vanno storte a volte, quando vinci è più semplice. Speriamo ci sia un effetto bomber, non mi dispiacerebbe. Spero di essere un bomber per le prossime 6 gare”.
Di nuovo, di positivo, dalla prestazione di squadra di Singapore c’è la fiducia d’aver verificato un pacchetto evoluto e nella direzione sperata: “Certo ci ha dato tanta fiducia, non ci aspettavamo di essere così competitivi. I nuovi pezzi hanno funzionato davvero bene e ci hanno dato un vantaggio, speriamo a Sochi di essere ugualmente competitivi”.
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