Bottas, GP Brasile: meno errori per puntare al titolo

Bottas, GP Brasile: meno errori per puntare al titolo© sutton-images

A Interlagos Valtteri fa il punto sul campionato, una stagione positiva che volge al termine. Tutt'altro segno rispetto al clima difficile che lo ha accompagnato a fine 2018. Le ambizioni di titolo passano da un rendimento che dovrà aumentare ancora

Fabiano Polimeni

14.11.2019 ( Aggiornata il 14.11.2019 16:15 )

Diverso, nel 2019, lo è stato sin dallo stile. Se il Bottas che 12 mesi fa chiudeva la stagione con 0 vittorie, il bollino di “gregario” pubblicamente assegnatogli da Toto Wolff e l’ammissione dello stesso Valtteri di come non vedesse l’ora che quella stagione arrivasse al termine, il pilota che va verso le ultime due gare stagionali mette in archivio la prestazione migliore della sua carriera in Formula 1.

Gran Premio del Brasile, poi Abu Dhabi, per provare a mettere in bacheca un altro successo: “Ho ancora due opportunità per vincere e dev’essere l’unico obiettivo”.

Crescita evidente

Certo, si corre per il piazzamento nel mondiale contro un Hamilton così, secondo posto peraltro già in cassaforte. Forza del compagno di squadra ma non solo. Valtteri guarda anche ai propri punti deboli.Nel suo complesso è stata la mia migliore stagione in Formula 1 ma non ancora quella a cui punto.

Serve maggiore regolarità e commettere meno errori. Mi dà buone sensazioni per il futuro vedere i risultati del lavoro svolto con gli ingegneri e anche a livello di guida. Sono riuscito a migliorare il mio passo anche di parecchio in certe circostanze”, spiega.

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Un primo terzo di mondiale da protagonista, tra vittorie e piazzamenti; da Barcellona il cambio di ritmo impresso da Hamilton sul campionato. Poi, il grave errore di Valtteri a Hockenheim, a incidere più sul gap dalla testa del mondiale, oggi, che non sulle chance reali di contenere il titolo a Lewis.

No alla strategia della tensione

Il Bottas “boscaiolo” parla del 2020 ovviamente con la logica di dover puntare al mondiale. A Interlagos gli chiedono se possa funzionare un “modello Rosberg” nel rapporto interno al team, per provare ad arginare Lewis.

“Ogni pilota è diverso, io sono me stesso e non Nico. Ho dei piani per raggiungere l’obiettivo, devo battere il mio compagno e tanti altri piloti.

Ho sempre preferito parlare in pista, la via migliore è quella di mantenere alto il livello delle prestazioni; se dovessi perdere energie in altre cose andrei a perdere sulla guida. Potrei sconvolgere l’altra parte del garage ma potrebbe portare anche me a fare degli errori. Anche per il 2020 ho un piano ma non voglio condividerlo, lo scoprirete”.

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Sul rendimento nell’arco del campionato ha inciso in parte anche l’incertezza sulle decisioni Mercedes. La conferma del sedile o l’opzione Ocon. Un punto sul quale Toto Wolff ha ammesso la necessità di gestire diversamente le discussioni contrattuali con Valtteri sul 2021.

2021, premesse positive

Sarà la stagione del grande cambiamento, letto favorevolmente nelle intenzioni, con un “di più” che non guasterebbe, a dire del pilota finlandese – con Ricciardo sulla stessa lunghezza d’onda –: più squadre in griglia di partenza. Scenario difficilmente realizzabile nel 2021, come già anticipato da FIA e F1.

“Portare più team a lottare per vincere credo sia uno degli aspetti positivi, come una differenza minore tra i budget dei vari team. Se davvero le macchine si comporteranno a livello aerodinamico come sembra sulla carta, ci saranno gare molto combattute. Ci saranno diverse restrizioni nella progettazione delle macchine e vedremo differenze meno grandi sulla prestazione.

Tanti aspetti ai quali guardo con ottimismo, sulla carta sembrano passi giusti e spero incoraggino nuovi team a entrare in F1”.


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