GP Brasile F1, analisi gara: Honda super tra le safety car

GP Brasile F1, analisi gara: Honda super tra le safety car© LAT Images

Finale di gara pieno di colpi di scena a Interlagos: non ne approfitta Verstappen che vince con merito, quanto Gasly che ottiene un eccezionale 2° posto, dopo il suicidio Ferrari

Maurizio Voltini

17.11.2019 23:29

Max Verstappen domina il GP a Interlagos assistito da una RB15 perfetta e da un gran motore Honda, vincendo meritatamente senza aver commesso errori. Anzi, superando in modo superbo Hamilton quando è stato necessario e anche evitando un forte rischio, in occasione dell'unsafe release di Kubica proprio davanti a lui al primo pit-stop. Insomma, un successo senza ombre, nonostante tutto quello che è capitato (però dietro di lui) soprattutto nelle ultime fasi di gara.

Tutto inizia con il ritiro di Valtteri Bottas dopo 51 giri, con il motore in fumo. Peccato perché si stava giocando un'ottima posizione finale. Comunque il finlandese "parcheggia" in una zona defilata e vicina a una postazione di commissari, eppure le operazioni non procedono come dovrebbero e la direzione di gara decreta l'ingresso della safety car. Decisione un po' esagerata, visto che probabilmente bastava una SC virtuale. Ma intanto il gruppo si ricompatta.

Questo completa il recupero di Charles Leclerc nonché permette il sorpasso di un ottimo Alex Albon su Sebastian Vettel al restart. Poi anche Leclerc attacca il compagno di squadra, riuscendo a passare con una bella staccata d'intuito alla prima curva. Però Vettel esce meglio da curva 3 e, sfruttando pure il DRS sfila il monegasco sulla sinistra. Purtroppo si arriva al contatto tra la ruota posteriore di Vettel e quella anteriore di Leclerc: un urto non particolarmente violento, ma sufficiente a far saltare entrambe le gomme con la sospensione di Charles che cede di conseguenza. Risultato: ritiro per entrambi mentre occupavano la quarta e quinta posizione.

Altra safety car per i detriti – sui quali Lance Stroll rovina la sua macchina e si ritira – con restart lentissimi, quando ormai siamo in vista del traguardo. Hamilton attacca Albon ma è fuori misura e lo fa girare, ottenendo poi 5 secondi di penalità. Ne approfitta Pierre Gasly, fino a quel momento sempre "primo degli altri", che per 1 giro e mezzo riesce nell'impresa di tenere dietro un mastino come Lewis, ottenendo un grandioso secondo posto sotto la bandiera a scacchi. Questo senza bisogno della penalità a Hamilton, che invece permette a Carlos Sainz un altrettanto eccezionale 3° posto finale, dopo essere partito dal fondo: insperabile dopo la sfortunata qualifica del sabato. Risultati che permettono ai due di salire 6° e 7° in campionato ai danni di un peraltro incolpevole Albon.

Tutto ciò permette di coronare con un ottimo risultato finale anche la gara delle due Alfa Romeo, con Kimi Raikkonen 4° e Antonio Giovinazzi 5°. Da parte sua, Daniel Ricciardo conclude 6° riuscendo a recuperare i 5 secondi di penalità ottenuti per un tentativo non riuscito di sorpasso su Kevin Magnussen, con il danese alla fine 11° dopo essere stato superato da Nico Hulkenberg sotto SC, penalizzato anche lui e da 12° al traguardo passerà 15°.

La zona punti è così completata da: Lando Norris, autore di bei duelli a inizio gara; Sergio Perez, risalito dalla 15esima casella in partenza; Daniil Kvyat, che completa un risultato storico per la Toro Rosso, che si avvicina alla Renault in campionato (6 punti di distacco). La monoposto di Faenza conferma peraltro l'ottimo stato di forma del motore Honda. Un altro pilota che approfitta di tutte e situazioni anomale è George Russell, 13° al traguardo (poi 12°) davanti a Romain Grosjean, ad Alex Albon e a Robert Kubica, con il polacco oltretutto penalizzato per l'unsafe release.


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