Hamilton, è luna di miele con Rosberg

Lewis parla dei buoni rapporti con il compagno di scuderia e critica una Formula 1 e quei piloti che cercano di eliminare del tutto il fattore-rischio

27.06.2016 09:25

Giura che il clima è disteso, almeno per il momento. Il rapporto tra Hamilton e Rosberg sarebbe sorprendentemente positivo, a sentire le parole di Lewis. Come se l'incidente di Barcellona fosse cosa legata a un'altra era, o forse, molto più concretamente, compensato dalla posizione ceduta a Montecarlo. «Al momento con Nico va davvero, davvero bene. Sorprendentemente. Non mi sarei atteso che il rapporto potesse essere com'è ora, immagino sia dovuto all'età. E' diventato un padre di famiglia, ha una figlia, probabilmente è cresciuto in questo processo e l'ho fatto anch'io. Il rispetto di cui abbiamo sempre parlato è più grande che mai»

Il clima andrà misurato nuovamente nei prossimi mesi, magari quando il distacco di punti in classifica sarà quello di un testa-a-testa molto più ravvicinato di quanto non dicano le attuali 24 lunghezze di distacco di Hamilton dal compagno di scuderia. E' una fase del rapporto, quanto duratura si vedrà. «Discutiamo dei problemi, sia che siamo scontenti o meno di qualcosa, ne parliamo faccia a faccia. Se ho un problema busso alla sua porta e chiedo di parlargli privatamente. Non li portiamo mai in pubblico o davanti al team. Almeno finora. Ci diciamo dritto in faccia "Amico, non m'è piaciuta quella cosa". E lui lo fa tanto quanto lo faccia io. 

L'altro giorno, ero in piscina e immagino mi abbia visto dal suo appartamento ed è sceso giù, abbiamo parlato per mezz'ora in maniera tranquilla. Avremo i nostri alti e bassi e ci saranno momenti in cui ci odieremo a vicenda, ma in definitiva, una volta ritirati, con figli e tutto il resto, ci sarà sempre il rispetto».

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Detto che è certo più appassionante e interessante un'aspra rivalità che non un clima da "libro Cuore" per accompagnare la contesa iridata, nell'intervista al Daily Mail Hamilton parla anche d'altro e torna su un aspetto della Formula 1 già ripreso da Sebastian Vettel durante la conferenza FIA a Torino: la pericolosità della massima serie. «Mi ha sempre emozionato anzitutto per il pericolo e la vita al limite. Ovviamente non vuoi andare a sbattere e farti male seriamente, ma è una parte del gioco. 

Nelle riunioni dei piloti, a volte tutti parlano della pista che dev'essere liscia, non vogliono sentire nessuna sconnessione, vogliono le vie di fuga più ampie, parlano di muretti. Io mi sento un po' più della vecchia scuola, la sicurezza è qualcosa sulla quale dobbiamo lavorare e la Formula 1 deve andare in posti sicuri, ma a Baku volevano allargare l'entrata ai box e renderla più semplice. Dicevano: "E' così veloce e pericolosa", io pensavo che non lo fosse affatto».

C'è poi la disputa tra vie di fuga in asfalto e le vecchie aree con erba e ghiaia a dividere le opinioni dei piloti: «Mi mancano le vecchie piste nelle quali non potevi oltrepassare la linea bianca e andare oltre il cordolo, sull'erba e tornare in pista facilmente. Ora puoi guidare oltre i limiti e rientrare. E' per questo che è più facile per i giovani piloti arrivare in Formula 1. Il fattore-paura di andare oltre quella linea bianca si è spostato fino al muro in tanti posti. Per questo, ragazzi come Verstappen possono arrivare, uscire fuori e tornare in pista: è semplicemente più facile».


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