Mini Challenge, Autosprint in gara a Vallelunga

Mini Challenge, Autosprint in gara a Vallelunga

Fare il pilota, anche solo per un weekend, è il sogno di ogni appassionato. Noi proviamo a raccontarvi che cosa si prova a scendere sul serio in pista.

09.09.2016 12:06

Domenica 11 settembre

Le premesse erano ottime, ma la realtà dei fatti è stata molto diversa. Il nostro compagno di squadra nella gara 1 di sabato si era comportato molto bene, concludendo al secondo posto, grazie anche al ritiro di un concorrente temibile come Tramontozzi. Il numero 55, infatti, era stato centrato da Novaglio nel corso del primo giro e aveva finito forzatamente la sua gara. Calcagni, invece, non era in auto visto che il volante della sua Mini John Cooper Works era stretto da Zanin. E proprio Zanin ha vinto gara 1, insidiato fino alla fine proprio da Gentili. Con l'inversione della griglia di partenza, dunque, ci siamo trovati a partire dal quinto posto in gara 2. Sabato sera, tuttavia, il violento acquazzone scatenatosi su Roma e dintorni aveva notevolmente cambiato le condizioni della pista, come avremmo poi dolorosamente scoperto l'indomani mattina.

Gara 2 è scattata alle 10 in punto, con la procedura di partenza lanciata che prevede l'uscita della Safety Car nella corsia dei box, la percorrenza in formazione allineata su due file della curva Roma e poi l'attesa del semaforo verde in rettilineo a dare il via alla gara. L'emozione era alle stelle ma la partenza è stata discreta. Al nostro fianco si trovava Calcagni, subito deciso a portarsi in testa per sfruttare la partenza dall'ultima fila di Tramontozzi. Alla fine del curvone avevamo perso una posizione, trovandoci sesti e inserendoci nella doppia curva dei Cimini. Sul rettilineo successivo l'impuntamento del cambio tra la terza e la quarta marcia ci ha fatto perdere altre due posizioni e ci siamo ritrovati in ottava dietro al gruppo dei più veloci, pronti a trovare il nostro ritmo e a dare battaglia.

Poi, al secondo giro, la prima avvisaglia. Le gomme posteriori erano ancora fredde e al curvone ci siamo girati, appena un'istante dopo che la Mini di Nember aveva avuto la stessa identica sorte. La fortuna ha voluto che ci ritrovassimo di nuovo a centro pista e girati di fronte, quindi abbiamo scalato e siamo ripartiti alla ricerca del ritmo giusto. Al quarto giro abbiamo staccato il nostro miglior tempo (1:52,675) nonostante un paio di impuntamenti del cambio di troppo. Tutto sembrava andare per il meglio e stavamo per riprendere l'avversario davanti a noi, quando è successo il patatrac. Al Curvone il posteriore della nostra Mini è partito e nonostante un controllo iniziale, alla fine non siamo riusciti a tenerla, terminando la nostra corsa sul guard rail. La pista scivolosa, un repentino decadimento delle gomme e, soprattutto, la nostra inesperienza, ci hanno traditi. La delusione è stata tanta, perché abbiamo perso la parte più bella della gara, dove potevamo divertirci e dire la nostra. Ma, come ci ha detto uno dei componenti del Team Mini Italia, "chi va al mulino si infarina"...

Sabato 10 settembre

Dopo aver rotto il ghiaccio nel primo turno di libere della mattina, abbiamo avuto qualche ora per raccogliere le idee, visto che il nostro compagno di squadra ha avuto a disposizione tutto il secondo turno di libere dell'ora di pranzo. Noi siamo scesi di nuovo in pista alle 18:30 per le prove cronometrate ufficiali. In questo caso i minuti a disposizione erano 35 e non 25 come nelle due sessioni di libere. La tattica è stata quella di dividere le prove in due, facendo scendere in pista prima Gentili - che ha molta più esperienza di noi e sul circuito romano è più veloce di circa un secondo e mezzo - per fare il tempo, poi farlo rientrare per spostare il sedile e quindi rientrare in pista con lo scrivente al volante.

Liberi dalla pressione di dover fare il miglior tempo - il nostro compagno si è piazzato terzo (1:50,0) a un secondo dal primo - abbiamo usato la sessione per accumulare altra esperienza e cercare il passo per la gara. Il risultato sono stati cinque giri lanciati consecutivi tutti sull'1:51,5, un tempo che ci posiziona più o meno al settimo posto, ma che possiamo e vogliamo migliorare ancora. Analizzando i parziali abbiamo capito quali sono i nostri problemi e i tratti del circuito su cui dobbiamo migliorare, che sono principalmente quelli lenti. La Mini, infatti, è molto stabile sul veloce ma non agilissima nei tratti lenti. Riuscire a farla scorrere, dunque, è importantissimo, ma non sempre facile. Bisogna resettare il cervello, lasciare la parte l'aggressività e non tirare la staccata, ma cercare una traiettoria fluida per massimizzare la velocità di percorrenza.

Ma i tempi per le prove ora sono finiti. Avremo a disposizione solo gara 2 di domenica per provare a mettere in pratica questi buoni propositi. Oggi, alle 13:30 si corre gara 1 e sarà impegnato il nostro compagno di squadra, a cui faremo un gran tifo. Nello spirito amichevole che caratterizza il Mini Challenge, Roberto è stato prodigo di consigli sul come affrontare il tracciato romano e ci ha spiegato tutti i trucchetti che conosceva. Ora sta a noi metterli in pratica. Intanto oggi lo osserveremo e cercheremo di prendere confidenza con il concetto di “partenza lanciata” che per noi è un' altra novità assoluta.

Venerdi 9 settembre

Fare il pilota. Anche solo per un giorno, per un weekend. Insomma, scendere in pista con una vera auto da corsa e vedere in quanti vanno più forte di te, probabilmente tutti. E' il sogno di ogni appassionato di auto e di corse che si possa definire tale. Se fino a qualche anno fa le gare in auto avevano costi proibitivi, oggi esistono tanti campionati abbastanza accessibili. Certo, si tratta sempre di cifre nell'ordine delle migliaia di euro, ma non sono più i numeri a cinque o sei zeri di una volta. Uno di questi è il Mini Challenge, un campionato monomarca che prevede sei appuntamenti sui più famosi autodromi italiani – Imola, Misano, Magione, Valelunga, Monza e Mugello – e una formula in grado di divertire i piloti esperti senza spaventare quelli alle prime armi. Noi apparteniamo alla seconda categoria e partecipiamo alla tappa di Vallelunga sull'auto “guest” di Mini Italia per raccontare cosa si prova a essere veri piloti almeno una volta nella vita.

La prima cosa è l'emozione, le gambe che tremano quando ancora la sera del giovedì si va a conoscere il team e a regolare il sedile dell'auto. Poi si dorme poco e male, si torna in circuito il venerdì mattina pronti per le libere e si cercano di ricordare tutti i consigli, le spiegazioni e gli avvertimenti dei vari membri della squadra. Sembra una sciocchezza ma per un esordiente totale come chi scrive non è semplice tenere tutto a mente mentre ci si immerge in un mondo sconosciuto. Così succede di non vedere la scritta “IN” sul tabellone e fare un giro in più prima di rientrare ai box, di spegnere l'auto in coda sulla pit lane o di stare in continuazione a guardare il display con l'indicazione del cambio, per vedere se è entrata la marcia con il sequenziale. Senza contare le gomme slick da portare in temperatura.

Una valanga di informazioni che ruotano vorticose nel cervello, ma che non appena il semaforo diventa verde e si entra in pista, scompaiono di colpo per lasciare spazio a un silenzio particolarmente ricettivo. E' in quel momento che si prova a diventare tutt'uno con l'auto, ad ascoltarne ogni minimo scricchiolio, tutti i movimenti, sentendo la carcassa delle gomme che torce e il battistrada che scivola. Venticinque minuti di prove libere, una decina di giri in tutto – fortunatamente sul circuito di casa – per provare a prendere le misure con le staccate, le traiettorie e il comportamento dell'auto. Alla fine il responso del cronometro è benevolo e parla di un distacco di 2,5 secondi dal primo classificato nelle libere. Poteva andare peggio, ma stasera in qualifica sarà tutta un'altra storia.  


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