Livellati i motori Honda e Chevy

24.05.2013 ( Aggiornata il 24.05.2013 20:39 )

da Indianapolis (USA) - Cesare M. Mannucci

È bastato tornare alla pressione di sovralimentazione consentita per la gara, che subito le differenze di prestazioni tra i motori Chevrolet e Honda sono scomparse, a dimostrazione che la griglia di partenza di Indy 500 è del tutto inattendibile rispetto ai reali valori in campo. Nel Carburation Day, sorta di warm-up prima del via, che avverrà domenica alle ore 18 in Italia, è tornato a primeggiare un motore Honda, affidato al bravo Simon Pagenaud del team di Sam Schmidt, che ha coperto un giro dell’ovale di 2,5 miglia alla velocità media di 363,355 km/h, precedendo Viso e Hunter-Reay del team Andretti, e Scott Dixon, di nuovo al top dei tempi, insieme a Dario Franchitti, dopo che nelle prove i piloti del team Ganassi non avevano fatto meglio della sesta fila. Positivo anche il 5° tempo di Sebastian Bourdais, il pilota che ha percorso più giri in questa sessione di prove. Autore solo del 17° tempo il poleman Ed Carpenter.

Per domenica si prospetta così una gara particolarmente serrata, dove le differenze in termini di potenza tra i propulsori Honda e Chevy sono di fatto inesistenti, mentre sotto l’aspetto del consumo di etanolo, il propulsore giapponese forse è leggermente più parco.

La grande incognita, così, resta la pioggia. La previsioni meteorologiche l’annunciano per domenica alle ore 15, ossia quando la 500 Miglia dovrebbe essere appena terminata. Ma già il carburation day si è svolto in condizioni atipiche, perché i violenti temporali di giovedì, hanno lavato la pista, eliminando lo strato di gomma depositata dopo una settimana di attività. I piloti hanno scoperto una pista che offriva una minore aderenza in termini di grip meccanico, rendendo di fatto inutilizzabili le regolazioni tecniche adottate dopo una settimana di test.
Un fattore che avvantaggia le grandi squadre, in possesso dei necessari programmi di simulazione e del dispositivo del “seven post rig”, che ora avranno due giorni di tempo per lavorare “virtualmente” sul come regolare le vetture, conforme alle mutate condizioni della pista.

Per gli amanti della storia, da seguire la gara di Dario Franchitti e Helio Castroneves, entrambi alla ricerca della quarta vittoria in carriera. Nel caso, raggiungerebbero A.J Foyt, Rick Mears e Al Unser, nel ristretto club di piloti che a Indianapolis hanno trionfato per 4 volte.

Quale gara dobbiamo aspettarci? Come sempre i piloti migliori verranno fuori da metà gara in avanti, ma come accaduto già negli ultimi anni, i piloti del team Ganassi, Dixon e Franchitti, cercheranno subito di imporre un ritmo sostenuto, sin dai primi giri. Al momento le vetture di Roger Penske non sembrano sufficientemente scorrevoli, ma la pioggia di questi giorni rivoluzionerà radicalmente il quadro tecnico per la gara. Anche perché la temperatura si è abbassata e con essa è mutata anche la densità dell’aria, a Indy fattore determinante. Durante il carburation day, tutti hanno già montato il motore da gara, e l’unico cedimento è stato quello sulla vettura di Briscoe.

Per il resto aspettiamoci il solito spettacolo adrenalinico, deciso solo negli ultimi giri. Con la speranza che la pioggia imminente consenta almeno di percorrere metà distanza, condizione regolamentare minima per chiudere la gara nella giornata di domenica.



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