In una domenica rallentata dalla
pioggia, ad emergere nel finale delle “
Roar Before the Rolex 24” è stato
Rubens Barrichello, autore del giro più veloce nell’ultima sessione (quando la pista andava asciugandosi) sulla Dinan/Riley n.7 della Starwork Motorsport.
«Questo tempo in sé non vuol dire nulla: molti avevano abbandonato per la pioggia, invece noi siamo rimasti a girare perché avevamo bisogno di fare strada. Ma è stato incoraggiante come la macchina continuasse a migliorare. Abbiamo ancora molto da fare per la gara, ma mi sono divertito a guidare», ha spiegato alla fine Rubinho, che divide il Prototipo con HunterReay-Hartley-Mayer-Graves.
Sempre a Starwork il miglior tempo della giornata nei Prototype Challenge, grazie a
Renger van der Zande con la Oreca n.7, mentre in GTLM e GTD i più veloci sono risultati
Earl Bamber e
Andy Lally, entrambi su Porsche 911.
Nel totale di questa “tre giorni” di prove in preparazione alla
24 Ore di Daytona del 24-25 gennaio, il più veloce in assoluto è risultato comunque
Jordan Taylor con la Daytona DP n.10, avendo ottenuto sabato il tempo di 1’39”181. Allo stesso modo, nelle altre classi hanno svettato
Colin Braun fra i PC (Oreca n.54), sempre
Earl Bamber in GT Le Mans (Porsche n.912) e
Marc Goossens fra le GT Daytona (Viper n.33).
Ricordiamo che la
GTLM ha visto la buona prestazione della
Ferrari 458 n.62 di Rigon e Kaffer, terzi complessivi a 3 decimi, ma anche la conclusione anticipata delle prove da parte della
n.51 di AF Corse - che sabato è finita danneggiata troppo gravemente nell’incidente di
Perrodo - con i team
Ferrari che stanno lavorando per mettere a punto le ultime migliorie aerodinamiche concesse, mentre in
GTD è arrivata solo domenica la
BMW Z4 di Turner Motorsport con
Markus Palttala, ma già in questo shake down ha dimostrato di poter essere fra i protagonisti.
In generale si è visto che
la concorrenza è molto forte, compresa la Ligier P2, e per quanto riguarda le
classi GT si è avuta anche la sensazione che nessuno volesse “scoprirsi” troppo presto, magari anche per paura di eventuali conseguenze e variazioni nel Balance of Performance. Il fatto che tutti siano molto vicini è comunque di buon auspicio per una
24 Ore di Daytona ancora una volta spettacolare, anche se la differenza fra le temperature molto fredde di questi giorni e quelle più elevate che si attendono per la gara potrebbe rimescolare le carte.
Maurizio Voltini