Test 24 Ore di Daytona: Alonso sorpreso dei pochi giri 

Test 24 Ore di Daytona: Alonso sorpreso dei pochi giri 

La macchina da condividere e l'assetto da ottimizzare per tre piloti, il tempo ridotto nelle prove: la prima presa di contatto con Daytona presenta le sfide dell'Endurance a Fernando

Fabiano Polimeni

08.01.2018 12:43

Poco più di 60 giri sparsi su tre giornate. Una presa di contatto con Daytona e la Ligier di United Autosports nel ROAR che ha lasciato Fernando Alonso un po' sorpreso. Tante sessioni, sette compresa la qualifica di domenica, ma il tempo utile per girare non lo ha visto compiere mai più di 16 passaggi. «Il totale dei giri non è eclatante, ma è sempre meglio di niente e la preparazione per lagara è certamente migliore adesso. E' stato un buon week end, nel quale lavorare con i ragazzi, con il team e i miei compagni, entrare nell'ottica della condivisione totale e dell'adattamento e trovare compromessi che andassero bene tra tutti noi, sui quali essere soddisfatti. Era la priorità del week end ed è quel che siamo riusciti a ottenere, è positivo», racconta Fernando.

Prime sensazioni rivolte a meccanismi da oliare, trovare la quadra con Hansen e Norris, compagni d'avventura il prossimo 27 gennaio, quando Alonso sarà in griglia per il primo passo vero nell'Endurance: 24 Ore di Daytona per tracciare la strada verso Le Mans.

Il borsino dei favoriti vede le Dpi, le Cadillac, dettare il ritmo. Ancora lavoro da fare per le LMP2, per United Autosports: «Si tratta delle fasi iniziali, sono solo test, ma dovremo trovare più velocità e siamo fiduciosi riusciremo a essere più competitivi quando torneremo per la gara», aggiunge.

Una domenica che ha visto Alonso marcare il 12° tempo, 9 giri nei 15 minuti di qualifica da sommare ai 19 passaggi completati nelle precedenti sessioni di libere al mattino: «La sorpresa maggiore è stato il poco tempo che passi in macchina, le sessioni non erano molto lunghe e devi dividere la macchina, quindi perdi un po' di tempo a ogni cambio pilota, nelle variazioni dell'assetto e ti ritrovi a fare pochissimi giri, quel che mi è mancato di più nel fine settimana; credo faccia parte del gioco e nella 24 Ore ne accumuleremo di sicuro abbastanza».

Girare di notte non è una novità, lo è stata la gestione delle fasi di doppiaggio, le più lente GTD e GTLM da superare indenni: bagaglio d'esperienza arricchito anche su questo fronte. «Non c'è stata grande differenza tra il girare di notte o di giorno. Anche in Formula 1 abbiamo delle gare in notturna in Bahrain, a Singapore e Abu Dhabi. Il circuito è illuminato piuttosto bene, forse non è come altre piste da endurance, non ho trovato problemi e lo stesso può dirsi col traffico, era qualcosa che un po' mi spaventava.

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Ci sono sempre dei rischi quando superi delle macchine qua e là o se si trovano in lotta, ma è qualcosa di normale che tutti affrontano, non solo noi debuttanti. Dovremo trovarci pronti su questo aspetto anche in gara».


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