24 Ore di Le Mans: finalmente Toyota, Alonso nella storia

24 Ore di Le Mans: finalmente Toyota, Alonso nella storia

Questa 86ª edizione della gara sulla Sarthe è stata dominata dalla Casa giapponese con Fernando Alonso, Kazuki Nakajima e Sebastien Buemi. Porsche primeggia nelle classi GT

Maurizio Voltini

17.06.2018 15:49

La 86esima edizione della 24 Ore di Le Mans non è stata particolarmente combattuta per quanto riguarda il vertice delle varie categorie, sebbene anche stavolta si siano viste interessanti lotte nelle immediate retrovie soprattutto fra le GT. Le previsioni su un "telefonato" dominio Toyota sono state rispettate appieno e l'unico brivido si è avuto solo per un mancato pitstop che ha costretto a rallentare per un giro la numero 7. Per il resto, una volta passata la nottata è stato chiaro che l'equipaggio composto da Fernando Alonso, Kazuki Nakajima e Sebastien Buemi era quello destinato alla vittoria assoluta, davanti a Kamui Kobayashi, Mike Conway e "Pechito" Lopez. Lasciata la F1 per questo weekend, Alonso ha dato il suo contributo soprattutto nella notte, quando assieme a Nakajima ha recuperato oltre 2 minuti di ritardo, accumulati inizialmente anche per via di una penalità rimediata da Buemi. Insomma, una gara consistente e per una volta esente da sfortune vere per la squadra giapponese.

Completa il podio la Rebellion numero 3 di Thomas Laurent, Mathias Beche e Gustavo Menezes, primi tra le LMP1 non ibride, quando la vettura gemella di Lotterer-Jani-Senna è stata protagonista di un incidente al via in cui è finita incolpevolmente speronata la macchina di Hanley (la Dragonspeed n.10 condivisa con Hedman e Van der Zande). Male fin dall'inizio per la SMP n.11 di Button-Petrov-Aleshin che ha subito accumulato 48 giri di stop ai box per problemi vari ai sensori e all'alimentazione, per riprendere la gara salendo quinti di categoria ma poi abbandonare a 1 ora alla fine col motore in fumo.

Nella solitamente combattuta LMP2 è stato invece un dominio incontrastato della G-Drive n.26 affidata a Jean-Eric Vergne, Roman Rusinov e Andrea Pizzitola, peraltro quinti assoluti. Alle loro spalle hanno avuto vita difficile e si sono ritirati per incidenti alle curve Porsche con danni irreparabili alle loro macchine prima Isaakyan (SMP n.17) e poi Di Resta (United n.22), mentre la DePanis-Bartez n.23 e la Idec Sport n.48 hanno dovuto abbandonare per problemi tecnici mentre erano tra i protagonisti. Così alla fine sono arrivati secondi Lapierre-Negrao-Thiriet (Signatech 36) e terzi Capillaire-Hirschi-Gommendy (Graff 39) che hanno lottato fino al traguardo con Perrodo-Vaxiviere-Duval (TDS 28). Per quanto riguarda gli italiani in questa classe, la Dallara Cetilar Villorba n.47 di Lacorte-Sernagiotto-Nasr si è dovuta accontentare del 13° posto finale dopo varie vicissitudini (non solo in prova) tra incidenti e forature, mentre Bertolini (Eurasia 44) si è dovuto ritirare in vista del traguardo per rottura del cambio mentre lottava per l'11esima posizione.

Favoriti anche dalla prima delle quattro safety car viste in gara (incidenti anche violenti ma nessuno con conseguenze per i piloti) quando peraltro erano già davanti, ad aggiudicarsi la vittoria in GTE Pro sono Michael Christensen, Kevin Estre e Laurens Vanthoor con la Porsche n.92 "Pink Pig". Segue seconda la consorella numero 91 di Bruni-Makowiecki-Lietz, protagonisti di grandi duelli nel corso della gara, specie con le Ford: terza la n.68 di Hand-Müller-Bourdais davanti alla n.67 di Priaulx-Thinknell-Kanaan. Senza esclusione di colpi soprattutto la lotta tra Makowiecki e Bourdais, con sorpassi, controsorpassi e anche qualche zigzag di troppo. Solo 6° posto per la prima Ferrari, quella di Giovinazzi-Vilander-Derani, mentre PierGuidi-Calado-Serra sono ottavi.

Tra le GTE Am svetta la Porsche n.77, vale a dire quella del team Dempsey Proton con Matt Campbell, Christian Ried e Julien Andlauer. Seconda al traguardo la Ferrari n.54 di Fisichella-Castellacci-Flohr a precedere l'alra Ferrari n.85 di Keating-Bleekemolen-Stolz nonostante un dritto nella ghiaia di Mulsanne nelle fasi finali di gara. Maggior fortuna meritavano Babini (6° sulla Porsche 80 di Ebimotors) e soprattutto Cairoli e Roda (con Al Qubaisi sulla n.88 sempre del Dempsey) a lungo in gioco per la vittoria prima del cedimento di un ammortizzatore.

La prossima gara del Mondiale Endurance sarà la 6 Ore di Silverstone, nel weekend del 17-19 agosto.


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