Divorzio all'italiana, Gimmi Bruni lascia la Ferrari

Divorzio all'italiana, Gimmi Bruni lascia la Ferrari

Il pilota italiano rinuncia ad altri quattro anni di contratto per sedersi al volante della Porsche

Cesare Maria Mannucci

31.01.2017 11:04

Gimmi Bruni e la Ferrari si separano. Il divorzio avviene per una decisione unilaterale presa dal pilota, che nonostante un contratto firmato che prevedeva ancora 4 anni di impegno con Maranello, sceglie di andarsene per inseguire prospettive future con la Porsche ancora tutte da verificare. Una decisione sorprendente considerando che la Ferrari aveva fatto di Bruni il pilota più vincente e più pagato della categoria Gte - 500.000 euro all’anno - e lo aveva sempre considerato il pilota di punta, assecondandolo in quasi tutti i suoi desideri.

Bruni abbandona la Ferrari perché attratto dalle promesse della Porsche per correre nel 2018, senza averne ancora avuto la conferma, con la 919H. Evenienza da verificare, perché la Porsche ha appena rinnovato per metà la squadra, assumendo Lotterer, Tandy e Bamber al posto di Webber e dei campioni del mondo Lieb e Dumas. Nel 2018 Bruni avrà 36 anni e, anche se in perfette condizioni fisiche, potrebbe essere considerato troppo vecchio per questo programma Porsche. Con il Prototipo farà dei test ma la Porsche lo vuole soprattutto per il suo programma Gte, la cui nuova 911 Rsr ha “folgorato” Bruni, convincendolo che quella sarà la dominatrice dei prossimi anni. Oltre che per indebolire la Ferrari.

In realtà, il pilota romano deve aspettare e vedere cosa accadrà, perché è vero che la nuova Porsche a motore centrale ha fatto invecchiare di colpo le recenti Ferrari 488 e Ford Gt a livello di soluzioni tecniche ma questo non vuol dire che in futuro dominerà la scena. Perché l’Aco ha sempre gestito questa categoria con una visione “democristiana”. Non a caso nel 2016 la Ferrari ha vinto il Wec, la Ford la 24 Ore di Le Mans, l’Aston Martin il campionato piloti, la Corvette ha primeggiato a Daytona ed a Sebring. Un equilibrio prestazionale che l’Aco gestisce con il bilancino, attraverso il Bop. Potrà succedere in futuro che la nuova Porsche a motore centrale si riveli la vettura più competitiva ma questa situazione non sarà per sempre.

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