La prima piccola schermaglia Schumacher-Alonso c'era già stata al termine delle qualifiche. Lì tutto era nato dal fatto che al termine delle prove il tedesco, sceso dalla sua Mercedes, si era precipitato davanti alla Rossa n.8 che si stava fermando e si era chinato sull'abitacolo a gesticolare platealmente con Alonso . Schumacher si lamentava del fatto di essere stato ostacolato dal ferrarista nel corso del suo tentativo di giro veloce che lo ha portato alla fine in settima posizione.
Anche in quel caso la spiegazione era avvenuta davanti alle telecamere e ai fotografi che hanno immortalato la scena. Ma si era trattato di un evento piuttosto banale su cui però molta stampa ha ricamato sopra visti i precedenti del tedesco con la sua ex squadra e con lo spagnolo. Schumacher si era limitato a chiedere ad Alonso se era stato avvisato dal muretto box Ferrari che lui stava sopraggiungendo e che avrebbe dovuto lasciargli il passo. Alonso è cascato dalle nuvole e avrebbe risposto che nessuno l'aveva avvisato e che lui in quel momento era impegnato ad azionare i comandi del volante e non aveva visto gli specchietti. La cosa sarebbe finita lì se poi Schumacher non avesse ricordato che Alonso era stato il primo a chiedere, il giorno prima al briefing dei piloti, di guardarsi attorno e non ostacolare i piloti più veloci. Schumacher ha anche chiesto spiegazioni del comportamento di Alonso a Charlie Whiting, il direttore di gara domandando in modo sarcastico se fossero cambiate le regole da osservare. Ma alla fine non è stato preso nessun provvedimento.
C'è da capire quanto l'episodio delle prove sia bruciato a Schumacher: in qualifica è rimasto ancora una volta dietro al suo compagno di squadra Rosberg ma stavolta per appena 43 millesimi, quindi un soffio. Non avesse avuto la disavventura con Alonso, avrebbe guadagnato di sicuro una posizione su Rosberg. Poco in assoluto in termini di griglia, ma tantissimo per quel che poteva rappresentare moralmente per il tedesco perché invece così ha incassato la seconda sconfitta consecutiva di fronte al mondo intero da parte del compagno di squadra.