A inizio stagione tutti gli occhi erano puntati sul giovane Sebastian Vettel. Adesso, dopo la superba prestazione a Montecarlo, si deve fare i conti anche con l'australiano. Il geniale Adrian Newey, progettista delle formidabili Red Bull, gli sta mettendo a disposizione una monoposto tanto semplice quanto competitiva, velocissima in qualifica e ora anche affidabile anche in gara; come certificano il primo e terzo posto in Spagna e la doppietta a Monaco.
E veniamo a Fernando Alonso, protagonista in negativo nel terzo turno di prove libere, quello del sabato mattina che precede le qualificazioni. Ha sbagliato clamorosamente, lo spagnolo. Non ha fatto un dramma quando gli hanno detto che era letteralmente impossibile riparare la Ferrari F10 in tempo utile per affrontare la sessione di qualificazione. Che ha seguito dal box con lo sguardo incollato sul monitor: non dava l’impressione di sentirsi fuori posto in quella condizione, pareva piuttosto un tecnico attento a interpretare i tempi che arrivavano dal tracciato. Era già concentrato su cosa e come fare il giorno dopo. Ciò che ha fatto in un’ora e cinquanta minuti di gara è stata la prova di un carattere determinato – cosa risaputa – e dell’intelligenza del pilota di classe superiore.Vale la pena ricordare rapidamente la successione delle sue posizioni: parte dalla corsia dei box con uno svantaggio dai primi stimata in una ventina di secondi; è 24esimo. Al secondo giro Hulkenberg sbatte violentemente nel Tunnel, entra la “safety car” e Alonso ne approfitta per effettuare subito il cambio gomme obbligatorio. Monta quelle a mescola dura. E ‘ una scelta che in quel momento appare rischiosa. Al terzo passaggio, grazie al ritiro di Bruno Senna, è 22esimo. In quello dopo guadagna un’altra posizione per l’abbandono di Button. Alla settima tornata il ferrarista supera Chandhok, all’11esima Di Grassi, e subito dopo Jarno Trulli. Al 15esimo giro tocca a Glock, quindi a Kovalainen. Alonso è 16esimo. Mentre gli altri rientrano al box per il cambio gomme, lo spagnolo della Ferrari resta in pista e guadagna posizioni: al 23esim passaggio è ottavo. Al 28esimo è kappaò Kobayashi, e Alonso si ritrova settimo. Diventa sesto due passaggi dopo, quando Nico Rosberg entra al box. Ha detto che è stato frustante guidare una monoposto molto veloce senza avere lo spazio fisico per superare. Non è che sul quel risultato finale ci sperassero in molti. Partire indietro, a Montecarlo, è sempre un grande rischio. Avrebbe potuto superare, nelle fasi finali, Lewis Hamilton. Avrebbe voluto tentare di passare l'inglese della McLaren non appena la “safety car” avesse lasciato il circuito. Ma dal box gli hanno detto di no, che era vietato.
Fernando Alonso ha dunque trasformato, con un risultato che lo ha portato al terzo posto del mondiale, a soli tre punti dalla coppia Red Bull Webber-Vettel, un sabato da incubo in una domenica di rivalsa. Contro se stesso, soprattutto. C’è tuttavia una considerazione da fare sullo spagnolo. Sta sbagliando un po’ troppo. In Australia si fa coinvolgere in un incidente alla prima curva, è quindi costretto a rimontare; in Cina anticipa il via e si vede infliggere la penalizzazione del passaggio nella corsia dei box, il cosiddetto “drive through”; a Montecarlo sbatte nelle prove libere che precedono quelle di qualificazione. A questo punto della stagione, quando cioè la partita si fa tosta, sarebbe forse meglio dare un taglio agli svarioni.