Dopo la gara, quindi, la Red Bull ha cercato di capire se il problema non fosse sulla monoposto. Normale che nelle prove libere del venerdì ci fossero differenze fra lui e Vettel, perché uno usava il Kers e l’altro no. Ma già dopo le qualifiche, Mark si era lamentato: «C’è qualcosa che dobbiamo capire». E domenica sera ha rincarato la dose: «Non è normale che io non riesca a tenere il ritmo di quelli davanti. Io ho dato il massimo ma in cambio non ho attenuto molto. E quando ho perso la posizione ai box su Alonso, la mia gara è praticamente finita».
C’è qualcosa che non va, nel telaio della Red Bull dell’australiano, oppure nel motore fornito dalla Renault? Rispetto a Vettel la velocità massima – nessuno dei due ha utilizzato il dispositivo Kers – è inferiore, ma di pochissimo: 306,3 km/h contro 307,4. Forse c’è davvero qualcosa che non va nella scocca, o forse nelle sospensioni. Altrimenti saremmo di fronte a un bruttissimo segno, quello cioè di un pilota cui non serve neanche forzare per stare davanti al compagno di squadra. L’inizio della fine.