Perché alla Ferrari c’è una differenza così rilevante fra le qualificazioni del sabato e la gara della domenica? ”È difficile dare una spiegazione esatta – dice il brasiliano, 138 gran premi di Formila 1, 11 vittorie, l’ultima delle quali in Brasile nel 2008 – Diciamo che questa è una caratteristica tradizionale della nostra vettura, anche nel passato. La qualifica è ancora importante ma molto meno di prima, quando era cruciale avere un buon piazzamento in griglia visto che fare un sorpasso era quasi impossibile. E anche se adesso il risultato del sabato pomeriggio è meno decisivo non credo che ci sia nulla di male, per i tifosi è la gara che conta, è quella la parte più importante del fine settimana. La mia opinione è che la situazione attuale sia la migliore per il nostro sport".
Più precisamente sui pit stop? "Per quanto riguarda i pit-stop, diciamo che ho avuto troppi problemi a Istanbul, senza sarei stato sicuramente nei primi cinque. Domenica le cose non sono andate bene. Dobbiamo studiare il problema e cercare di essere più costanti nel ripetere un buon cambio gomme. Durante una sosta un piccolo ritardo può costare una posizione, come mi è accaduto al Gran Premio di Turchia. C’è molta pressione sui meccanici, perché non soltanto devono fare più pit-stop durante il gran premio ma anche perché, da quando non c’è più il rifornimento, non c’è più quel tempo-cuscinetto che consentiva di fare tutte le operazioni con calma. Tutti dobbiamo migliorare, compresi noi piloti, perché anche il nostro ruolo è importantissimo durante la sosta ai box”.