Pat Fry, vice direttore tecnico della Ferrari Formula 1, ammette che per tre quarti di gara hanno dovuto soltanto difendersi. “Con le gomme a mescola morbida – spiega l’ingegnere inglese ex McLaren – riuscivamo a tenere dietro i migliori, cioè Red Bull e McLaren. Ma poi, una volta montate le dure, non abbiamo avuto più chance e abbiamo pensato soltanto a difenderci. Le Red Bull e le McLaren a Montmelò erano nettamente più veloci di noi ed è solo grazie al talento di Fernando che siamo riusciti ad impensierirli nella prima parte del gran premio”.
Che cosa è successo è chiaro: “Non avevamo abbastanza carico aerodinamico per questo circuito - ha detto Pat Fry - lo sapevamo già all’inizio del fine settimana. Ma, chiaramente, non ci aspettavamo di essere così lontani come passo gara. C’è tanto da lavorare per rendere la monoposto più competitiva. Abbiamo fatto un passo avanti ma non è stato sufficiente per permetterci di lottare fino in fondo per le prime posizioni. Da un punto di vista della strategia credo che abbiamo fatto le scelte giuste, cercando d imarcare i nostri avversari diretti lungo l’arco della gara. Certo che lo stress che abbiamo messo sui ragazzi del pit-stop è stato molto elevato, con chiamate al limite, spesso con un avversario nella pit-lane nello stesso momento”.
(Nella foto, l’ingegnere Pat Fry e Stefano Domenicali al GP di Spagna)