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Pirelli contro i team, in Belgio

Non è bastato cambiare il tipo di pneumatici, tornare alle cinture in kevlar al posto di quelle metalliche. Su una pista che trasmette sollecitazioni violente, sia laterali che in compressione, le forature di ieri hanno fatto scendere i team sul piede di guerra. Anche se le minacce di sciopero dei piloti, come al solito, lasciano il tempo che trovano. Correranno oggi e domani, tutti. La vera novità è che la Pirelli sta reagendo con una certa irritazione alle proteste dei drivers. «Abbiamo trovato un pezzo di metallo in pista - dicono i tecnici della Casa milanese - e sappiamo con certezza che le forature sono state originate da detriti. Ma se non si può più nemmeno bucare una gomma...». In sostanza la posizione Pirelli è questa: le squadre hanno voluto ritornare al kevlar. Ma le cinture in aramidico, se da un lato non cedono di colpo come quelle metalliche a Silverstone, dall’altro sono più soggette a forature. In realtà il malessere parte da lontano. Dalla volontà Pirelli di costruire “supergomme” con battistrada allargato per il 2014, quando i motori ibridi più potenti forniranno, in fase di trazione, valori di coppia molto maggiori degli attuali, mettendo a rischio l’integrità dei battistrada. Le squadre si sono opposte ai “gommoni”, che avrebbero comportato, con dimensioni diverse, problemi nello studio dell’aerodinamica (la forma del pneumatico influenza pesantemente i flussi d’aria intorno alla vettura). Pirelli ha dovuto accontentare i team. Che però ora tornano sul piede di guerra. Anche se certe richieste fatte alla Fia sono piuttosto comiche: non è la Federazione, ma il fornitore (così come i concorrenti delle varie squadre) che è tenuto a garantire, in ogni momento, la sicurezza del proprio materiale. Alberto Antonini