dal nostro inviato a Singapore: Alberto Antonini
Finisce qui. Naufraga sulla pista - asciutta - di
Singapore, l’effimera
speranza della Ferrari e di
Alonso di ribaltare, almeno in parte, i giochi. È una Caporetto, anzi una
Singaporetto. La
Red Bull è su un altro pianeta,
Vettel riesce a girare sul piede dell’1’50” sia con le gomme super-soft che con le più dure Medium (anche se solo per un giro).
Alonso e soprattutto
Massa invece arrancano disperatamente, al punto che la
Ferrari potrebbe considerare una sosta in più in gara. Il calcolo è presto fatto: con la mescola più dura manca aderenza,
la F138 scivola dappertutto e l’attrito riscalda la mescola, provocando il cosiddetto degrado termico. Con la gomma più tenera - a banda rossa - potrebbe andare un po’ meglio, ma dura troppo poco.
Alonso rinuncia a montarla nel finale, preferendo concentarsi sulle partenze nella speranza - esilissima - di poter “saltare” le Red Bull al via. Ma come farlo, se la prestazione della
Ferrari è al massimo
da terza fila? Certo, domani e dopodomani l’asfalto, gommandosi, garantirà più aderenza. Ma non basta.
L’unico che salva la faccia è
Kimi Raikkonen, con una sequenza interessante di ben 11 giri sulla super-soft. Ma con la stessa gomma, seppure nuova,
Webber scende sotto l’1’50”. Parliamo ovviamente di
simulazione gara, perché sul giro veloce c’è anche meno storia.
Vettel rifila sei decimi a
Webber, un secondo netto a
Rosberg, 1’1” a
Hamilton (Mercedes veloce, ma incostante).
Alonso, per la cronaca, è staccato di 1”4. Il resto è noia, purtroppo.