«Io non imparo niente al simulatore. Faccio molto prima a memorizzare una pista se non lo uso». Così parlava
Kimi Raikkonen, al suo ritorno in F.1 con la
Lotus. Ma adesso è di nuovo un pilota
Ferrari: e ieri ha avuto la sua presa di contatto con il
“ragno” di Maranello, per un test che prosegue oggi e domani.
Rispetto alla sua
prima epoca ferrarista, dal 2007 al 2009, gli strumenti sono cambiati e il software molto più completo e preciso. Ma resta il dubbio della idiosincrasia verso l’oggetto, per un pilota che non ama la guida virtuale. Anche il simulatore della Lotus era tecnologicamente avanzato, eppure
Raikkonen lo lasciava volentieri a
Nicolas Prost. Non volle nemmeno provarci la vettura a passo lungo della seconda metà del 2013. Corre voce che
Kimi soffra di nausea sullo strumento, come capitava a
Schumacher e a tanti altri piloti.
Alla
Ferrari, però, i titolari devono passare intere giornate nella
struttura di simulazione. Neanche
Alonso la amava troppo, ai tempi della
McLaren, ma ha dovuto adattarsi.
Così
Kimi per adesso è contento:
«Ho iniziato a prendere confidenza con tutti i nuovi sistemi e le procedure che utilizzeremo quest’anno: soprattutto per questi scopi il simulatore è davvero molto utile. C’è da fare, vero, ma non in quantità tanto diversa dal passato. Per me queste giornate a Maranello sono anche un’opportunità per stare insieme alla squadra e per incontrare con un po’ più di tempo a disposizione tanti amici”».
Parole che rivelano la vera
utilità del simulatore: apprendere da subito a usare i comandi sul volante della
nuova Ferrari. Nel 2014, molte funzioni del Kers e della frenata “elettronica” saranno automatizzate, ma il pilota ha ancora molto da sfruttare.