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Schumacher, timido ottimismo

Michael Schumacher ha una speranza. Lo avevano anticipato fonti dell’ospedale di Grenoble, prima che arrivasse la conferma ufficiale: «La dose di sedativi ha iniziato a essere ridotta». Significa che i medici stanno iniziando la fase cosiddetta di risveglio. Chiariamo che questo non significa che il paziente sarà cosciente. Anzi, le nostre fonti confermano che il processo sarà molto lungo. Ma dalle prime indiscrezioni, Michael ha mosso le palpebre. È un primo passo. Successivamente bisognerà provare le sue reazioni nervose, i riflessi, prima di iniziare a porre domande semplici, a dare ordini elementari come “chiudi gli occhi” o “gira la testa”. Il fatto che un paziente rimasto in coma così a lungo possa seguire qualcosa non lo sguardo non è, di per sé, indice di guarigione. Ma è incoraggiante. E finalmente, anche la portavoce di Michael, Sabine Kehm, ha confermato che i medici di Grenoble hanno iniziato la procedura. «Lo sapevo da alcuni giorni», ha detto Felipe Massa, «e ogni giorno prego per lui. È un grande amico, mi dispiace così tanto per quello che gli è successo. Ma è un atleta e questo lo aiuterà, come è successo a me dopo l’incidente del 2009. Allora reagii più rapidamente di quanto ci si aspettava». Da non dimenticare anche il precedente di Stirling Moss, che dopo uno spaventoso incidente rimase in coma per ben 38 giorni prima di risvegliarsi. (a.a.)