dal nostro inviato a Sakhir (Bahrain): Alberto Antonini
Finalmente qualcosa si muove. Le F.1 rombano poco, ma sui
lunghi rettilinei di Sakhir - dove sono già montati i piloni per il Gp in notturna -
si superano i 300 km/h, si frena al limite (e anche oltre), si azzarda qualche inserimento in curva più “tecnico”.
Si muove anche la
Ferrari, che al mattino esce con una griglia di sensori (i famosi “rakes”, rastrelli) sulla fiancata, per valutare la correlazione con la galleria del vento; ma che poi, in un ventoso pomeriggio, esce dall’anonimato e spara un 1’37”879, secondo tempo assoluto della giornata, che fa ben sperare per la
F14 T.
Vediamo perché.
La Rossa ha coperto 64 giri, senza troppi problemi a parte la fumata del mattino (dovuta a un eccesso di olio). Il tempo di
Fernando resta a un secondo (0”999 per la precisione) da quello di
Hülkenberg. Ma mentre la Force India usava gomme soft,
Alonso montava le medie. Che pagano almeno otto decimi al giro, su
stime Pirelli.
Per di più la
Ferrari non cerca ancora la prestazione.
«Nei prossimi giorni cercheremo di capire dove siamo - sottilinea il vice capo progetto
Simone Resta -
mentre adesso giriamo con i “rakes” al mattino e poi cerchiamo di capire il sistema brake-by-wire. Ma non voglio sbilanciarmi troppo, c’è tanto lavoro da fare».
Soddisfatto anche
Alonso:
«Siamo tornati su una pista più rappresentativa, con temperature più "normali”, dove è più facile capire anche il comportamento delle gomme».
Rimane l’impressione che i
team motorizzati Mercedes (oggi c’erano ai box anche
Niki Lauda e Toto Wolff) siano già in grado di spingere di più. Con la
Renault ancora in difficoltà, per il momento è una lotta tra loro e una
Ferrari pronta a venir fuori alla distanza.