La gara di Sepang ha confermato la
supremazia Mercedes e il
recupero della Red Bull, come pure il ruolo di
terza forza in campo della
Ferrari. Che se non piacerà ai ferraristi più sanguigni, è pur sempre meglio di
McLaren e Williams che dopo i test invernali erano già state “santificate” come superiori dagli stessi che continuano a criticare. Intendiamoci: un
team blasonato come quello rosso non può certo accontentarsi di questi risultati, ma evitiamo di vedere a tutti costi un bicchiere... completamente vuoto.
Perché con
Kimi Raikkonen fuori gioco non per colpa sua né della squadra, il risultato di
Fernando Alonso va valutato non come un “ancora quarto”, o almeno non solo: in una gara che ha proposto distacchi netti fra i vari protagonisti, è arrivato a 36 secondi di ritardo dal dominatore
Lewis Hamilton, quando in Australia il divario finale da
Nico Rosberg era stato sì praticamente identico: ma se consideriamo anche la
neutralizzazione della safety-car, potremmo parlare di un distacco “reale” di quasi un minuto, a Melbourne. In più là
il tedesco aveva “passeggiato”, quando invece in Malesia ha viaggiato di conserva in ottica campionato solo dopo aver provato a vedere se riusciva ad avvicinarsi al compagno di squadra, senza successo. Perché qui
Hamilton aveva davvero un ritmo inattaccabile e l’ha tenuto per tutta la gara, come dimostra anche il giro più veloce ottenuto sul finire e con le gomme hard.
Dunque in realtà la
Ferrari sta tenendo il passo e, anzi,
recuperando qualcosa. Williams e McLaren non possono dire altrettanto, per esempio. Con tutto che sicuramente c’è sempre da puntare al massimo e soprattutto da valutare, una volta rientrati a Maranello - quindi diremmo dopo il Bahrain -
come Alonso possa recuperare ancora di più. Con una particolare attenzione al motivo per cui
Kimi Raikkonen, pur con tutte le sfortune connesse alla ruota che gli è stata bucata da Magnussen, abbia poi
faticato così tanto nel recuperare, anche contro macchine come
la Lotus di Grosjean che non è certo quella del 2013. Sembra però che nel giro di rientro a ruota bucata avesse
danneggiato sensibilmente il fondo, e quindi che la sua F14 T fosse tutt’altro che efficiente.
Insomma, non fasciamoci (ancora) la testa
dopo soli due GP, lasciamo lavorare i
tecnici Ferrari come sanno fare senza mettere troppa pressione “inutile” e dispersiva, ricordandoci anche che il
vantaggio sul versante “elettrico” che ha attualmente la
Mercedes - che dispone di
un Ers molto più a punto delle altre squadre, più che una supremazia “meccanica” - è qualcosa che potrà essere recuperato man mano si prende
confidenza con questi nuovi sistemi. Anche perché questi ultimi non sono certo nel DNA storico della
Ferrari: quando Enzo diceva che costruiva motori e ci piazzava quattro ruote attorno, siamo certi avesse in mente solo pistoni e bielle...
Maurizio Voltini