Montecarlo è sempre stato un circuito differente.
Nelson Piquet, quello vero non l’autore del Singapore-gate, che pure ha vinto tre titoli mondiali, non digeriva questo circuito. E intendiamo nel vero senso della parola: dopo le prove vomitava spesso nei piccoli lavandini dei box provvisori, perché correre sulle stradine del Principato gli provocava sovente una fastidiosa nausea. E proprio Piquet di guidare una
F1 a Montecarlo diceva:
“È un po’ come andare in bicicletta dentro casa. Prima o poi sbatti sempre da qualche parte”.
Montecarlo è l’unica pista del mondiale
F1 senza praticamente
rettifili: anche quello d’arrivo è curvilineo tanto che dall’ingresso (
curva Anthony Noghes) non si vede la fine (
chicane di Santa Devota) e anche la staccata di quella prima curva è quasi cieca quando si sopraggiunge a oltre
260 km/h. Montecarlo è anche il solo circuito dove c’è un
tunnel, ha l’asfalto più ondulato del vecchio Nurburgring ed è l’unica pista dove le monoposto si spostano dalla traiettoria ottimale per evitare un dosso sull’asfalto che potrebbe far perdere il controllo (
discesa verso il Mirabeau). È anche la pista con la
velocità media sul giro più bassa in assoluto: circa
160 km orari.
Montecarlo però sarà anche la pista dove - forse - le
nuove F1 turbo ibride di questa stagione non accuseranno un distacco così sensibile dai record del passato: su tutti gli altri circuiti il divario fra i vecchi aspirati e i nuovi turbo è sempre oscillato
fra i 4 e i 5 secondi al giro. Ma le caratteristiche della pista monegasca, fatta di salite, curve strette e accelerazioni quasi da fermo rendono importantissimo disporre di ottima coppia motrice e della capacità di scaricare bene i cavalli a terra, piuttosto che la deportanza. E sappiamo che l’unica cosa di cui i
turbo V6 ibridi abbondano rispetto agli aspirati non sono i cavalli, ma la
coppia motrice grazie al contributo extra dei
motori elettrici. Quindi è probabile che a Montecarlo le
F1 attuali riescano a viaggiare su tempi più vicini a quelli delle F1 2013 (circa 1’14” sul giro) invece che prendere i canonici 4/5 secondi di distacco.