Per una volta lasciamo che sia il tempo - il paio di settimane che ci separano da
Montreal, mica di più - a stabilire se davvero il
gap della Mercedes dal resto del gruppo si sia effettivamente ridotto o se sia dipeso dalla particolarità del tracciato cittadino di
Montecarlo. Come pure vedremo se qualche giorno “di riflessione” e la possibilità di rivedere i filmati alla TV con calma (dopotutto non sappiamo se Lewis abbia veramente visto i cameracar di Nico) permetteranno una riappacificazione
fra Rosberg e Hamilton.
E diamo invece il giusto “
quarto d’ora di gloria” ad una squadra di cui altrimenti avremmo difficoltà a parlare: la
Marussia. Che oggi a Montecarlo ha raggiunto un risultato storico:
i primi punti (2) raccolti in gara da quando debuttò in prima persona nel 2012, dopo aver rilevato la
Virgin (che a sua volta aveva iniziato in F1 nel 2010). Un risultato ovviamente importantissimo per un piccolo team,
che vale parecchio anche in termini di bonus economici e quindi può fare la differenza nella possibilità di continuare o meno nel 2015, visti i pressanti problemi monetari.
Quindi complimenti alla squadra e soprattutto a
Jules Bianchi, riuscito a finire 9° sulle insidiose stradine del
Principato. Anche perché se da un lato il
numero di ritiri, otto, ha certamente agevolato - ma quando capitano queste occasioni bisogna anche saper essere lì a coglierle - c’è peraltro da dire che fin dall’inizio sembra sia stato fatto di tutto per
compromettere questo risultato. Infatti non è possibile sapere quanta
responsabilità vada assegnata al pilota e quanta alla squadra in certe situazioni (comunque il team dovrebbe “guidare” il proprio driver) ma già al via c’è stata l’ingenuità non solo di
Bianchi, ma anche di
Gutierrez e Chilton, nell’andare a recuperare posizioni in griglia per l’
assenza di Maldonado che non era partito nel giro di formazione.
Poi si è insistito, effettuando il conseguente
stop&go di 5 secondi proprio in regime di
safety car, cosa non permessa dal regolamento (ma lo leggono?), rimediando per questo motivo un’
ulteriore penalizzazione di 5 secondi. A questo punto la cosa è stata gestita un po’ meglio, anche perché
Ericsson era piuttosto staccato e
Magnussen è stato “silurato” da
Raikkonen, e così
Bianchi è riuscito a salvare il
nono posto finale, risultato che vale oro. Ma resta il fatto che talvolta certi team si dimostrino “piccoli” non solo nel budget e nelle prestazioni delle proprie monoposto. In ogni caso, rinnoviamo i
complimenti a tutta la squadra.
Maurizio Voltini