Anche per il
GP di Monaco siamo a commentare l’utilizzo dei
pneumatici Pirelli nel corso della gara e le “varie”
strategie adottate da team e piloti. In realtà stavolta di vario c’è ben poco (ecco perché le virgolette, prima): infatti, sebbene la
Pirelli avesse optato per le mescole più morbide in gamma (
soft “gialla” e supersoft “rossa”) queste si sono rivelate ugualmente
più dure del previsto per questo tracciato cittadino. Va infatti ricordato che le soft e supersoft di quest’anno sono state rese più dure rispetto alle gomme di “pari gradazione” usate nel 2013 sempre a Montecarlo.
Così già prima della partenza era previsto che praticamente tutti avrebbero effettuato
un solo pit-stop. L’unica variabile era rappresentata dal possibile (e statisticamente attendibile) ingresso della
safety car, che infatti non è mancata neppure in questa occasione, già subito dopo il via e poi al 25° giro. Di conseguenza tutti o quasi si sono fiondati ai box in quella occasione, con la differenza che essendo stata annunciata la neutralizzazione quando le
Mercedes erano già al Portier, ad entrare subito sono stati i piloti da metà classifica in poi, come
Button,
Gutierrez e così via;
Rosberg & C. l’hanno fatto solo al completamento del 26° giro, e questo spiega lo “sfalsamento” nell’
infografica.
Tale strategia obbligata ha di fatto reso sostanzialmente inutile aver “salvato” set di gomme in qualifica, visto che i top ten avrebbero avuto in ogni caso un set di gialle nuove con cui sostituire le rosse usate della partenza. A questa regola sono sfuggiti
Hulkenberg e
Button giusto perché partiti con gomme nuove (il tedesco con quelle più dure, oltretutto), e soprattutto
Massa: anche per cercare di recuperare la sfortuna delle qualifiche, il brasiliano ha preferito evitare il cambio gomme in occasione della safety car (
unico ad adottare questa scelta) sfruttando le gomme supersoft nuove al massimo e arrivando a sostituirle solo al 45° giro.
Una tattica che ha permesso a Massa di tornare nelle posizioni alte di classifica in gara, finendo poi 7° quando era partito 16°, dimostrando altresì che le supersoft erano appunto abbastanza dure da poter resistere a questi strapazzi. Ma ancor di più hanno fatto il già citato
Hulkenberg e soprattutto
Bianchi, arrivati a percorrere rispettivamente 52 e 53 giri con le supersoft nuove (e, va doverosamente aggiunto, con la
pista più gommata e le vetture più scariche di carburante). In ogni caso un altro risultato degno di nota per il francese della
Marussia, in questa gara dove ha portato i primi punti mondiali alla squadra.
Per quanto riguarda le
Pirelli soft “gialle”, invece, il pit-stop “forzato” dalla safety car ha portato tutti i primi a percorrere anche loro 53 giri con il set nuovo a disposizione. Dunque sono tutti a pari, in questo dato:
Rosberg,
Hamilton,
Ricciardo,
Alonso e pure
Button, perché se aveva guadagnato un giro nel pit-stop anticipato lo ha poi perso essendo stato doppiato.
Discorso a sé per
Raikkonen, unico oltre a
Chilton ad aver effettuato
tre pit-stop, ovviamente per problemi vari e non per scelta strategica: subito dopo aver montato le sue soft nuove al momento della neutralizzazione, infatti, il finlandese è dovuto ritornare quasi subito ai box per la foratura causata proprio da Chilton, venendo così costretto a
montare delle soft usate. Poi l’incidente con
Magnussen l’ha di nuovo costretto a una sosta per la sostituzione del musetto al 73° giro, e contemporaneo cambio gomme con supersoft anche queste usate. Così di fatto il finlandese è stato l’unico ad aver corso con pneumatici usati, visto che nei pochi km con le
Pirelli nuove si era sotto safety car.
Maurizio Voltini