La Ferrari potrebbe lasciare la F1 per correre alla 24 Ore di
Le Mans? Questo interrogativo ha agitato per alcune ore il mondo sportivo, da quando esattamente il presidente del Cavallino
Montezemolo ha rilasciato un’intervista ufficiale mica a un giornale qualunque, ma al quotidiano finanziario
Wall Street Journal americano facendo trapelare questa possibilità. E facendo anche una data:
il 2020.
Ma spieghiamo bene come è
la storia della Ferrari, della
F1 e di
Le Mans per evitare distorsioni visto che già sono nate speculazioni e montature attorno a questa vicenda tanto che l'
ufficio stampa Ferrari è intervenuto per precisare che molte cose apparse sui giornali sono
forzature e che non è vero che Maranello
abbia intenzione di abbandonare la massima formula.
Nell’intervista al Wall Street Journal,
Montezemolo ha spiegato che è molto scontento dell’attuale organizzazione della F1 e che il campionato
“sta declinando”, sono le sue parole esatte
“perché l’organismo che gestisce il mondiale (la Fia, ndr)
si è dimenticato che il pubblico guarda le gare per divertirsi e nessuno segue le corse per apprezzare l’efficienza (dei motori ovviamente, ndr).
A nessuno piace vedere le corse per osservare un pilota risparmiare benzina o le gomme”.
Chiaramente
Montezemolo se la prende con le rigide norme regolamentari che non permettono, a stagione iniziata, di apportare modifiche per migliorare la competitività dei motori. Ad esempio, la
Ferrari ha scoperto che il problema del suo V6 F1 è la
dimensione troppo ridotta della turbina, ma per regolamento non potrà cambiarla fino al 2015 ed è condannata quest’anno a convivere con questa limitazione e così, pur sapendo come potrebbe rendere più competitiva la F14 T, non può farlo.
Si tratta di una bella frecciatina
alla Fia e a Todt che ha fermamente voluto queste regole di efficienza che privilegiano la tecnologia al di sopra dello spettacolo. Fin qui poco di nuovo, perché sono concetti già espressi, quello che c’è di inedito è che
Montezemolo ha aggiunto nell’intervista enormi apprezzamenti per la
24 Ore di Le Mans. E il messaggio nemmeno troppo velato che la
Ferrari potrebbe affrontare la sfida dell’Endurance nella categoria più importante, quella dei
Prototipi.
Ma che c’è di vero sull’argomento
Ferrari-Le Mans e quanto di romanzato? Che la
Ferrari sia interessata alle gare endurance non è un segreto. Perché la affascina la sfida tecnologica che c'è dietro l'Endurance, molto più concreta di quella della F1.
Montezemolo ha sempre detto che la Ferrari fa le corse per sviluppare e migliorare la tecnologia per le auto di serie e quella dell'Endurance è molto più vicina alla realtà delle strade in termini di efficienza.
Che il team stia nei ritagli di tempo lavorando a un'auto adatta a Le Mans è vero.
Autosprint ha pubblicato fin dallo scorso dicembre le foto di una
LaFerrari modificata che ha girato a Fiorano con un propulsore turbo e ibrido apposta per sviluppare la fattibilità di un progetto Le Mans. Ma che la Ferrari abbia riversato
molte risorse finora su questo impegno non è vero. Specie in questo momento di forte sbandamento della F1 dove la squadra deve ricostruirsi, riorganizzare tutta la struttura e cambiare anche la metodologia di lavoro, come vuole
Mattiacci. La priorità è recuperare la
competitività in F1, poi eventualmente mettere più risorse anche su un ipotetico programma Le Mans.
Montezemolo ha chiuso l’intervista con il Wall Street Journal dicendo:
“Ovviamente non possiamo fare contemporaneamente le corse con i Prototipi e la F1. Non è possibile”. Che è la stessa conclusione cui è arrivata l’
Audi quando si trattava di scegliere fra F1 e Endurance e ha scelto Le Mans.
In realtà la
Ferrari avrebbe la forza e la capacità di
affrontare entrambe le sfide. Perché le future normative della F1 restringeranno sempre di più i
budget per la massima formula e quindi la Ferrari si troverebbe con un
surplus di uomini e tecnici che potrebbe dirottare sul progetto Le Mans, magari delegando la gestione della macchina in pista a una struttura esterna semi-ufficiale specializzata nell’Endurance, come fa già con la
categoria GT e con il
team di Amato Ferrari. Che è poi la stessa cosa che più meno ha fatto l’Audi in Endurance con il
team Joest. E i soldi non sarebbero un problema, perché di fronte all’idea di
sponsorizzare la sfida a Le Mans della Ferrari, gli sponsor arriverebbero a frotte.
L’unico dubbio è capire
quando tutto ciò sarà possibile.
Montezemolo nell’intervista al Wall Street Journal fa capire che potrebbe succedere entro il 2020. Ma sembra una data estremamente lontana. La
Porsche ci ha messo tre anni dal momento della decisione a correre a Le Mans, quindi se la
Ferrari decidesse entro il 2014 di tentare la sfida, tra fare il progetto e svilupparlo, potrebbe essere in grado di schierarsi a Le Mans
già dal 2017 in poi.
Ma proprio a fine 2016
cambierà l’attuale regolamento degli ibridi nato l’anno scorso, quindi la Ferrari dovrebbe
prima dialogare con gli organizzatori (l’Automobile Club de l’Ouest) per capire che direzione dare alle
future regole per Le Mans ancora da studiare. E lì avranno voce in capitolo anche i Costruttori attualmente impegnati o futuri, come
Audi, Porsche, Toyota e la
Nissan che si schiererà nel 2015.
Per la
Ferrari non sarà facile ottenere un regolamento che soddisfi le proprie necessità. La speranza è che non finisca come in F1 dove altri Costruttori opportunisticamente hanno spinto per regolamenti più vantaggiosi per loro. Intanto
Alonso, per gradire, sventolerà la bandiera francese per
il via alla 24 Ore e capire com’è questa gara. Chissà che non sia anche lui il pilastro della ipotetica futura
operazione Ferrari-Le Mans.
Alberto Sabbatini