Provocazione o realtà?
Helmut Marko, superconsigliere
Red Bull ha lasciato trapelare che “tutto è possibile” alla domanda se sia vero che la Red Bull ha intenzione
di costruirsi un motore in proprio nel prossimo futuro.
Tramontata - da cinque anni - la possibilità di un’associazione con l’
Audi-Volkswagen, che ha di nuovo escluso un futuro impegno in F.1, sfumata da qualche anno anche la possibilità
Mercedes, la Red Bull ha confermato di recente che anche nel 2015 correrà con i turbo
Renault. Ma proprio il turbo (prodotto dalla Pankl-Apc per la Casa francese) è, al momento, la componente che
impedisce alla RB10 di battere le Mercedes. Il telaio è buono, ma il compressore - come sul
Ferrari - è troppo piccolo. Un difetto di concezione.
Per questo, e anche per mettere pressione sui francesi,
la Red Bull guarda avanti. A un 2016 in cui possa realizzare in proprio la sua “power unit”. La struttura dovrebbe essere quella austriaca della
Avl: proprio quella dove a marzo è stato condotto un test “segreto” con un telaio Toro Rosso. Anche la
Pankl, essendo austriaca, potrebbe aiutare il progetto di Marko.
Ma non si tratta di un tradimento verso la
Renault. Perché anche la nuova power unit dovrebbe essere marcata Infiniti, come i motori attuali. Piuttosto, è un
segno di sfiducia verso la capacità dei francesi di realizzare un’unità motrice in grado di competere contro la Mercedes. Per questo la mossa di
Helmut Marko viene vista anche come un segnale politico verso Renault, dopo i violenti litigi di inizio anno. A Spielberg la
Total ha portato una nuova benzina, in grado, si dice, di dare 10 cavalli in più. Dal punto di vista della prestazione pura, non bastano a competere contro le Mercedes.