dal nostro inviato a Hockenheim: Alberto Antonini
Fric o non Fric, è sempre
Mercedes. Non solo nel senso della squadra, ma anche dei motori.
Nico Rosberg dimostra che può essere il più veloce di tutti non solo nel tempo sul giro, ma anche in rettilineo - che a
Hockenheim è piuttosto un super-curvone - dove tocca i 332,5 km/h. Subito dietro, non a caso, sono
Bottas (331,5) e
Massa (330,6), cioè il duo nella
Williams, nell’ordine di qualifica. La Fw36 continua a stupire e a migliorare. Ormai va bene su ogni tipo di pista. La chiave è negli assetti, oltre che nel V6 turbo di Stoccarda.
Su una pista non propriamente “di motore”, quindi, i cavalli fanno ancora differenza. La
Red Bull però, nonostante una benzina che ne garantisce una dozzina in più (unita a un software di nuova generazione) li sfrutta in un altro modo, con velocità di punta come al solito modeste: 322,3
Ricciardo, 319,2
Vettel. Praticamente al livello delle
Ferrari (320
Alonso, 319,9
Raikkonen). La differenza, come al solito, la fa il carico aerodinamico. Nel T3, che comprende le curve del Motodrom,
Vettel è infatti il migliore dopo
Rosberg. E rifila due decimi a Fernando.
La scomparsa dell’
equilibratore delle sospensioni (ma nessuno ha mai detto che è illegale!) non cambia quindi i parametri fondamentali. A mutare il quadro è l’incidente di
Lewis Hamilton alla curva Sachs, dovuto allo scoppio del disco freno anteriore destro, probabilmente difettoso visto che la Mercedes li monta nuovi per qualifiche e gara. Lewis adesso ha la scelta di
partire dalla pit-lane sostituendo il cambio e forse parti della power unit. La velocità per rimontare non gli manca. Ma
Rosberg dice:
“Non mi interessa da dove parte Lewis. Io devo fare la mia gara”. Sapendo di poter amministrare un vantaggio che ormai, nel mondiale, peserà come un macigno.