Dal nostro inviato a Budapest (Ungheria): Alberto Antonini
È cambiata - radicalmente - la tipologia della pista rispetto alle ultime tre gare. E sono cambiati anche i rapporti delle forze in campo. La
Mercedes, è chiaro, fa sempre storia a sé, con
Hamilton impegnato a mostrare a Rosberg che su questo circuito la sua superiorità non si discute. Ma dietro, le cose cambiano.
La
Red Bull si aspetta molto da questo
Gp Ungheria, e dopo una prima sessione interlocutoria, nel pomeriggio
ha raggiunto i suoi obiettivi.
Christian Horber riconosce che una piccola parte del
merito va alla benzina nuova, e gran parte al
telaio. I problemi del mattino si sciolgono su un
asfalto a 56 gradi: dove altri iniziano a perdere aderenza,
Vettel segna il terzo tempo ad “appena” sei decimi da Hamilton. Ma soprattutto convince sulla simulazione di gara, con uno “stint” di ben 17 giri cronometrati, in cui scende per tre volte sotto l’1’29”.
Ricciardo non riesce a imitarlo, i suoi tempi si alzano subito. Un po’ la stessa cosa succede in
Ferrari, con
Alonso più costante di Raikkonen. I tempi di Fernando stanno sull’1’29” basso, ma il “Long run” è piuttosto... short, sempre all’insegumento di Vettel, avvicinato anche sul giro singolo.
Kimi soffre il caldo del pomeriggio, non ripete le buone prestazioni del mattino ma è comunque sesto, sia pure a 1”2 dalla vetta.
La
Ferrari gira comunque meglio della Williams, che nonostante la
nuova ala posteriore non è a suo agio su un
tracciato da carico elevato.
Massa (con il vecchio fondo scocca) ha un problema alla ruota posteriore sinistra.
Red Bull e
Ferrari hanno un’occasione buona
allontanare di nuovo la Williams nel Costruttori.