dal nostro inviato a Spa: Alberto Antonini
La pausa estiva non poteva certo fare il miracolo, e a
Spa si balla ancora al ritmo della
Mercedes Gp. Che ha proposto modifiche alle ali anteriore e posteriore (quest’ultima con uno spiccato profilo ondulato) allo scopo di
ridurre la resistenza aerodinamica, mantenendo un certo livello di carico. Livello che però è stato abbassato nella seconda parte delle prove, visto che le
Williams erano più veloci nei rettilinei.
Il vero mistero è la
Ferrari. Che si dava già per sconfitta su una pista da motore, e che invece ha visto
Fernando Alonso due volte terzo dietro
Hamilton e Rosberg. Il distacco dalla vetta (Nico al mattino, Lewis al pomeriggio) è rispettivamente di 0”228 e 0”741. Poco, su un tracciato così lungo. Sono stati provati, sulla F14 T,
due diversi livelli di carico. Quello di Fernando, leggermente superiore, è poi stato scelto come definitivo. Ma
Raikkonen ha potuto beneficiarne ben poco, per continui problemi alla power unit.
Ma la
Ferrari brilla solo nella
simulazione qualifica: in quella in condizioni gara, Fernando non è andato oltre 1’55”0, mentre
Rosberg è arrivato a 1’54”2,
Hamilton a 1’54”5,
Massa (risolti i problemi di bilanciamento della Williams al mattino) a 1’54”3. Sembra anche che
Alonso soffrisse un certo degrado della gomma anteriore sinistra. Forse la
Ferrari punta tutto sulla qualifica, stante la difficoltà nei sorpassi. Di certo per avvicinarsi al limite dei 330 km/h hanno dovuto “scaricare” l’aerodinamica.
Ancora più in difficoltà la
Red Bull:
“Sì, corriamo in difesa”, ammette
Adrian Newey, che guarda con speranza a Singapore
“visto che lì ci sono i rettilinei più corti del mondiale”.
Vettel ha danneggiato uno scarico per una detonazione. Si trattava del
quinto motore, montato per il week end. La Red Bull ha deciso di proseguire con un’unità più vecchia (ma lo Mgu-K elettrico ha dovuto comunque essere sostituito). Altrimenti sarebbe già arrivata la prima penalizzazione dell’anno...