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F1, Bianchi: i capisaldi dell’inchiesta

È partita l’inchiesta per l’incidente di Jules Bianchi a Suzuka. Partita forse col piede sbagliato, perché il presidente Fia avrebbe voluto che fosse “indipendente”, ma poi è stata affidata allo stesso delegato federale Charlie Whiting. Siamo in grado di rivelare alcuni dei capisaldi su cui si baserà la conclusione. Li riportiamo, per ora, senza commentarli. - Jules è uscito di pista alla curva 7 senza andare in testacoda, a differenza di Sutil al giro prima. La sua velocità di percorrenza era prossima ai 212 km/h, quella al momento dell’impatto viene calcolata sopra i 180 km/h. - La Fia sottolinea che prima di passare nel punto dell’incidente, il pilota non aveva rallentato in maniera significativa nonostante la presenza di cinque postazioni con bandiere gialle sventolate. La telemetria della Marussia mostrerebbe che non c’è stato rallentamento. - La bandiera verde nel punto appena successivo all’incidente avrebbe potuto essere evitata. Il commissario di pista aveva la facoltà di usare la gialla anche in quel punto, visto l’evidente pericolo. - Prima di infilarsi sotto il trattore, la vettura era in efficienza, anche se non si riscontrano forti segni di frenata. I due pedali, acceleratore e freno, sono stati divelti nell’impatto, ma non risulta un guasto all’impianto frenante. - Nonostante le illazioni, il casco del pilota era integro e anche la testa non ha riportato ferite evidente. Testimoni oculari all’ospedale di Yokkaichi avrebbero riferito che Jules sembra normalmente addormentato. Alberto Antonini