Dal nostro inviato a Sochi (Russia): Alberto Antonini
Lewis Hamilton davanti a tutti non fa neanche più notizia, anche se l’
1’39”630 staccato nella sessione del pomeriggio è a tutti gli effetti un “tempone”.
Più di otto decimi separano Lewis dal secondo: che stavolta non è
Rosberg, ma
Magnussen. Nico è solo quarto, dietro anche ad
Alonso. Come mai?
“Ho sbagliato qualcosa, provato una direzione che non andava bene”.
Ha anche sbagliato alla penultima curva nel giro “buono”, ma avrà modo di rifarsi analizzando la telemetria del compagno.
Piuttosto,
colpiscono McLaren e soprattutto Williams. La prima ha evidentemente azzeccato da subito il base-line, l’
assetto studiato in simulazione per la pista nuova. In più, aiuta la mancanza di transitori rapidi, cambi di direzione dove l’aerodinamica della
MP4-29 va in crisi.
La
Williams invece
ha stupito con Bottas sulla simulazione di gara, dove
Valtteri è riuscito addirittura a scendere sotto l’1’44”, impresa riuscita soltanto a
Hamilton. Promette bene per la gara, dove la squadra potrebbe ripetere l’esperimento di Singapore, quello di
portare le gomme al limite, ma stavolta con più successo. Anche perché le
Pirelli qui (scelta
Medium-Soft) hanno un’
usura veramente ridotta al minimo.
Tanto ridotta che la
Ferrari di Alonso, primo dei
non motorizzati Mercedes, ha ottenuto il suo miglior riscontro con le gomme a banda gialla non al primo, ma al settimo (!) passaggio di una sequenza di otto. La
F14 T fatica a mandare i battistrada in temperatura e
Raikkonen, il cui stile di guida trasmette meno energia alle gomme, ne ha risentito negativamente:
undicesimo tempo a oltre un secondo da Fernando.
Il problema, per la
Ferrari, potrebbe presentarsi domani in
qualifica: bisognerà decidere se tentare il giro veloce sul tentativo singolo, oppure caricare più benzina e farne almeno due di fila.