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I piloti F1 vogliono nuove gomme da pioggia

L’incidente di Jules Bianchi ha creato un diverso livello di coscienza nei piloti. Nessuno, dell’attuale generazione, ha vissuto momenti così drammatici. Per questo ora si parla di migliorare le gomme da bagnato, le “full wet” che andrebbero usate in condizioni estreme. Ai tempi della Goodyear, negli anni ‘90, c’erano tre gradazioni diverse: intermedie, pioggia e “monsoon”, da usare in caso di diluvio. Oggi, anche per ragioni di costi, siamo a due tipi. Ma i piloti criticano il prodotto Pirelli “full wet”, quello con la banda blu. “Non è un mistero che non siano il massimo”, dice Lewis Hamilton (che userebbe sempre intermedie o slick). “Le Bridgestone, mi ricordo, erano migliori”. Sebastian Vettel ha parlato della cosa nella riunione dei piloti a Sochi, sostenendo che “le full wet attuali hanno una finestra di utilizzo troppo ristretta, così noi piloti preferiamo usare sempre le intermedie”. Va detto, però, che nel momento in cui Bianchi ha avuto l’incidente a Suzuka, lui montava le intermedie e i piloti in pista con quelle da bagnato estremo erano molto più veloci. Paul Hembery della Pirelli, si è detto pronto a collaborare con la Fia, dicendo però che “per me la cosa è nuova”, mentre Vettel - sempre molto vicino alla Pirelli - dice che l’argomento è stato portato avanti da tempo. L’idea sarebbe di studiare un prodotto migliore per aderenza e smaltimento. Il fatto però è che oggi, se piove forte, tutti aspettano la safety car, quindi non vogliono togliere le gomme intermedie, perché anche se esistono quelle che smaltiscono più acqua, la gara viene comunque neutralizzata. Ma questo in Giappone non è successo, purtroppo, in tempo. Diverso il discorso dell’aquaplaning. Per evitare il “velo” d’acqua che si frappone tra battistrada e asfalto, e causa le uscite di pista, c’è anche la proposta di usare pneumatici più stretti. Ma a questo punto servirebbero anche cerchi ruota differenti, senza contare le implicazioni sull’aerodinamica.