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Analisi prove F1: fortuna c’è Ricciardo

da Interlagos (Brasile): Alberto Antonini Nuvoloso e fresco al mattino, 30 gradi nell’aria al pomeriggio. E quasi 60 sull’asfalto nuovo e scurissimo. Due sessioni più diverse non si potevano avere a Interlagos, e forse il lavoro di oggi non servirà a niente se domani e domenica dovesse piovere. Intanto però le Mercedes si sono confermate imprendibili sul giro singolo, con entrambe le mescole (qui abbiamo medium e soft). Nico Rosberg sembra molto determinato, Lewis Hamilton non ha dato l’affondo vincente. Ma forse non aveva neanche intenzione di provarci. Sul passo di gara, però, le Frecce hanno trovato un degno avversario: Daniel Ricciardo è riuscito per quattro volte, in due run distinti, a staccare tempi sul piede di 1’15”. Complessivamente, il ritmo migliore è proprio il suo, mentre Sebastian Vettel ha lamentato problemi nell’erogazione della coppia. La vera sorpresa però è Kimi Raikkonen, stavolta il migliore degli “altri” dopo i testacoda a ripetizione del mattino. Il tempo di Kimi, a 0”573 dal leader e a poco più di tre decimi da Hamilton, forse si spiega proprio con la sua cronica avversione al sottosterzo: quando la pista si è scaldata tanto, tutte le monoposto hanno perso aderenza al posteriore. Questo, paradossalmente, può avere aiutato Raikkonen, perché con un retrotreno meno stabile ha trovato minori difficoltà di inserimento in curva. In generale, però, sulla Ferrari n.7 si è lavorato agli assetti meccanici (camber e convergenze) per migliorare la guidabilità. È andato a fuoco il motore di Alonso sul rettilineo opposto ai box, e lo stesso Fernando si è prodigato per primo a spegnere l’incendio. La sua Ferrari è al limite delle componenti della power unit: ad Austin ha corso al risparmio con un motore spompato, ma quello rotto oggi era stato montato dalla scorta ed era al limite del chilometraggio. La “riserva” per qualifiche e gara, qui e ad Abu Dhabi, rimane intatta. Quindi, per ora, niente penalizzazioni in vista.